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Bilancio di fine anno in profondo rosso, prospettive per il 2024: infermieri in cerca di una direzione

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Burnout, ne soffre la metà di medici e infermieri
Exhausted doctor in medical mask and cap having headache sitting on floor in hospital corridor. Tired and stressed surgeon resting on floor in hall suffering from migraine
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Carissimi colleghi siamo giunti alla fine di un altro anno. Quest’anno però il mio bilancio è davvero scarso e deludente per la professione.

Sempre meno infermieri nella sanità Italiana, pagati meno rispetto alla media europea, nonostante un contratto che lo permetterebbe ampiamente. La possibilità di carriera è davvero al palo.

Infatti, in pratica nessuna azienda ha valorizzato il sistema degli incarichi che permettono una carriera sia in ambito gestionale che clinico ed anche formativo. Limitandosi per dovere ad attribuire a ognuno un incarico base.

Poi ci si meraviglia se sempre meno giovani scelgono il percorso universitario in infermieristica e una gran parte di chi lo termina va a lavorare all’estero.

Ci si meraviglia che un numero sempre crescente di colleghi già occupati lascia questo lavoro per fare altro o costretto ad emigrare verso altri paesi.

Ci si stupisce che gli anziani infermieri scelgono di andare in pensione prima, pur di sfuggire al giogo delle aziende, che nonostante gli anni e le condizioni di salute hanno l’unico scopo di spremerli come limoni perché tanto sono i pochi che gli sono rimasti.

Insomma un quadro desolante cui aggiungere la così detta riforma delle pensioni per il pubblico impiego e il suo emendamento di modifica (fatto passare come soluzione al problema creato) che addirittura lo peggiora.

Certamente non è una buona idea obbligare a restare in servizio altri 3 anni chi ha già lavorato per 43, con il ricatto di perdere, altrimenti, una cospicua e sostanziosa decurtazione dell’assegno della pensione.

Così come davvero inaccettabile l’idea di obbligare a lavorare altri 3 anni fino al 70* anno di età, con lo stesso ricatto, chi ha raggiunto il diritto alla pensione di vecchiaia a 67 anni.

Certamente questo provvedimento raggiungerà lo scopo di tenere in servizio il più possibile gli infermieri anziani alla peggio, pensato quindi su questa effimera illusione.

Più anziani e super anziani equivarrà, senza ombra di dubbio, ad avere in servizio persone sempre più logorate, demotivate ed in precaria salute. Non resteranno quindi a coprire i buchi al fabbisogno del personale, ma saranno loro stessi personale da coprire.

Questa un’altra delle motivazioni che spingerà i giovani ad allontanarsi dalla professione infermieristica, chi invece la sceglierà (sta diventando di moda come regalo di laurea) lo farà con la prospettiva di esercitare dove la professione è rispettata e apprezzata

Il sistema salute Italiano da quest’anno appena trascorso ha così ricevuto un colpo mortale ed è agonizzate a terra nella pozza del suo sangue cui accorrono fameliche le iene.

Sconcertante e assordante in tutto questo il silenzio delle istituzioni

Cosa potremmo aspettarci dal prossimo anno?

Con queste premesse davvero nulla di buono, in cosa potremo sperare? Che cosa potrà mai riempire il vuoto di autostima e di oggettiva disistima da parte delle istituzioni?

Come sempre è difficile rispondere a queste domande. Certamente servirebbe che gli infermieri si rendessero conto in modo definitivo che è necessario unirsi tutti a difesa della professione e del nostro lavoro.

Probabilmente sarebbe il primo fondamentale passo, non solo per difendere e dare valore alla nostra professione, ma anche per difendere e rilanciare il nostro sistema sanitario pubblico e universale.

Un ragionamento a parte potrebbe scaturire da questa presa di coscienza sul nostro ordine professionale, con un sistema elettorale davvero incredibile. Il prossimo anno saremo chiamati a rinnovare gli organi direttivi.

Bisognerebbe, a mio avviso, agire sul regolamento elettorale e agevolare la formazione di più gruppi e permettere una sana competizione che rappresenti tutte le anime della comunità professionale. Una pluralità che porterebbe, forse, più forza nell’azione della nostra rappresentanza. Sicuramente il voto online rappresenta una buona opportunità per portare più infermieri al voto.

Per concludere ed archiviare un 2023 disastroso sotto ogni aspetto per la professione, non ci resta che sperare che il 2024 ci porti qualcosa di meglio. Certamente servirà uno scatto di orgoglio e cercare più dignità sui luoghi di lavoro.

Non si tratta di una lotta corporativa, ma di una strenua difesa del nostro sistema sanitario.

Ci vorrà coraggio e determinazione ma anche tanta fiducia e speranza e solo a noi spetta risollevare le cose.

Ed io da inguaribile ottimista ho fiducia e speranza che il 2024 sia almeno l’anno della presa di coscienza che solo uniti si potrà raggiungere un risultato positivo per tutti. Con tutto me stesso voglio e devo credere che sarà così.

Angelo De Angelis

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