Sotto assedio fisico e psicologico, gli infermieri raccontano il dramma quotidiano nella lotta contro la violenza all’interno del Servizio Psichiatrico di Correggio
Nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Correggio, un’inchiesta condotta dalla Cisl ha rivelato una situazione allarmante di violenza continua subita dai 24 infermieri che vi lavorano. Gennaro Ferrara, segretario generale Cisl Funzione Pubblica, ha dichiarato di essere stato colpito dalla gravità delle testimonianze, definendo quegli infermieri i suoi “nuovi eroi”.
Un infermiere ha raccontato di essere stato strangolato da un paziente corpulento il 16 dicembre, sfuggendo per caso alla tragedia grazie all’intervento della polizia. Questo episodio si aggiunge a una serie di violenze subite, compresi sputi in faccia, aggressioni fisiche e addirittura sequestri nella guardiola della struttura.
Gli infermieri, che percepiscono uno stipendio di circa 1.700 euro al mese, denunciano condizioni di lavoro estremamente precarie, sottolineando la mancanza di strumenti adeguati e locali sicuri. Uno di loro ha dichiarato di sentirsi in guerra, definendosi “povero coglione che fa il lavoro sporco”. Le ferite riportate includono costole rotte, cicatrici visibili e lesioni gravi.
La testimonianza evidenzia anche il problema del personale in burnout, con una rotazione così elevata da rendere difficile mantenere un team stabile. Gli infermieri sottolineano la necessità urgente di maggiore sicurezza, chiedendo la creazione di una stanza di de-escalation e sollecitando il ritorno del servizio a Reggio Emilia, dove la presenza delle forze dell’ordine sarebbe più tempestiva.
La Cisl, insieme agli infermieri, chiede un intervento rapido per migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro in questa struttura, affinché gli operatori possano continuare a svolgere il loro importante ruolo nella cura dei pazienti psichiatrici senza mettere a rischio la propria incolumità.
Redazione Nurse Times
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