Nella notte fra il 2 e il 3 gennaio, il Pronto Soccorso del Maggiore a Bologna è diventato teatro di un violento episodio di violenza e aggressione nei confronti di un infermiere e del personale sanitario.
Un uomo di circa 30 anni, presentando sintomi influenzali, ha dato in escandescenza quando gli è stato chiesto di sottoporsi al tampone per il Covid-19. Il rifiuto ha scatenato una furia incontenibile, culminata nell’aggressione fisica di un infermiere.
L’infermiere, con prontezza di riflessi, ha evitato per un soffio un monitor lanciato con rabbia dal paziente fuori controllo. L’Azienda Usl ha espresso solidarietà all’operatore sanitario e ha reso noto che le guardie giurate sono intervenute per evitare ulteriori violenze.
Gli attacchi agli operatori sanitari sembrano purtroppo una triste costante. Divenuto ormai uno sport nazionale, una vera e propria emergenza.
Nel corso del 2023, secondo dati allarmanti raccolti dal presidente dell’Ordine dei medici di Bologna, Luigi Bagnoli, ben 78 aggressioni sono state perpetrate nei confronti di medici e infermieri. Questi episodi, alcuni dei quali fisici, denunciano una crescente insicurezza negli ospedali bolognesi.
Fabio Brinati, consigliere comunale e responsabile regionale del Dipartimento Sanità per FdI, ha lanciato l’allarme, affermando che la situazione è “molto preoccupante”. Ha proposto misure drastiche, come attribuire agli operatori sanitari lo status di pubblico ufficiale per deterrenza e rendere obbligatoria la segnalazione alla Procura di ogni episodio di violenza.
La città è in ansia e chiede risposte concrete per porre fine a questa ondata di violenza contro chi lavora incessantemente per la nostra salute. La sicurezza degli operatori sanitari è ora una priorità, e la comunità attende azioni immediate per ripristinare la tranquillità negli ospedali bolognesi.
Redazione Nurse Times
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