Il Tribunale del Riesame di Bologna ha accolto la richiesta del suo difensore per attenuare la misura cautelare. E così l’infermiere 31enne finito in carcere con l’accusa di avere abusato di almeno tre pazienti poco più che ventenni della clinica psichiatrica accreditata con il Servizio sanitario nazionale per la quale lavorava (Villa Azzurra di Riolo Terme) si trova ora agli arresti domiciliari, a casa dei genitori.
I giudici felsinei hanno probabilmente valutato che ciò possa bastare per preservare le esigenze cautelari. Ovvero, sostanzialmente, il pericolo di reiterazione del reato. E su questo fronte, in attesa delle motivazioni, è possibile ipotizzare che abbia avuto un certo peso il fatto che il ragazzo, dal febbraio del 2023, abbia intrapreso un percorso terapeutico. E che dopo le dimissioni dalla struttura, la quale lo aveva comunque da subito sospeso, avesse preso a lavorare in uno specifico settore privato, a limitato contatto con gli utenti.
Secondo le indagini dei carabinieri della locale Compagnia, i contatti con le pazienti si erano verificati perlopiù in reparto e di notte, quando in giro c’erano meno occhi a captare eventuali situazioni sospette. In alcuni casi i contestati abusi potrebbero invece essersi verificati fuori dalla struttura, in seguito ad appuntamenti presi con le dirette interessate.
Nel dettaglio, gli abusi sono stati collocati nel periodo che va da novembre 2022 a gennaio 2023. In seguito, per cercare di alleviare il peso che le era cresciuto dentro, una delle tre presunte vittime aveva fatto partire le indagini, confidando cosa le fosse a suo avviso accaduto con quell’infermiere, conosciuto in reparto, che avrebbe dovuto invece prendersi cura di lei.
Una volta scattata l’inchiesta, sono poi emersi i casi delle altre due giovani: le tre vicende hanno a inizio mese alimentato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Ravenna nei confronti del sospettato.
La clinica, da parte sua, aveva da subito attivato un procedimento disciplinare a carico dell’infermiere, decidendo di sospenderlo dall’attività in via cautelare. Il 31enne aveva deciso a quel punto di rassegnare le dimissioni dal lavoro e di intraprendere un percorso terapeutico, presumibilmente per affrontare problemi personali alla base di quanto accaduto in reparto. Sul suo conto i colleghi hanno fin qui restituito il ritratto di una persona attenta e ben formata dal punto di vista tecnico-professionale.
Quando i militari della Stazione di Riolo gli hanno notificato l’ordinanza cautelare si trovava in terapia da circa un anno. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip il ragazzo aveva in buona sostanza fatto ammissioni per quanto riguarda due pazienti. Le indagini, intanto, proseguono per capire se oltre alle tre finora inquadrate come parti offese, il 31enne possa avere avvicinato altre due giovani pazienti della clinica psichiatrica riolese.
Redazioine Nurse Times
Fonte: il Resto del Carlino
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