Nel seguente comunicato stampa le riflessioni di Antonio De Palma (foto), presidente nazionale Nursing Up.
Un atteggiamento, quello del ministero della Salute, oggi più che mai degno della migliore Penelope, che oltretutto, alla luce delle acque decisamente agitate in cui navighiamo, come diretta conseguenza, ci trasforma in moderni Ulisse che non trovano la strada di casa.
Che direzione, ci chiediamo allora, ha preso oggi la nave della nostra politica sanitaria, chiamata doverosamente a trovare finalmente la terra ferma e a non far vivere il nostro Ssn, in eterna balia delle onde?
Ma soprattutto come intende realmente agire questo Governo, che fin qui “si è speso non poco” in innumerevoli proposte e promesse, per ricostruire e rilanciare il ruolo dei professionisti dell’assistenza, dalla cui valorizzazione, è un dato di fatto, non si può prescindere per elevare qualitativamente, le prestazioni offerte ai cittadini?
Ogni qual volta l’Esecutivo sembra davvero sul punto di sorprenderci, ecco emergere quei dietrofront che, inspiegabilmente, sono il sintomo di contraddizioni inspiegabili, che oltretutto contribuiscono a far sì che le croniche carenze che ci affliggono rimangano eternamente irrisolte.
Il ministro Schillaci, recentemente, nel corso del convegno Fnopi-Crui, ha promesso senza mezzi termini che il Governo “si prenderà cura” concretamente della delicata questione infermieristica, avviando un “update” della professione che non può prescindere, tra le tante necessità, dal rilancio della formazione e dall’aumento dei laureati, ad oggi in netto calo, e dalla conseguente esigenza di avviare, da subito, strategie per favorire un incremento delle iscrizioni ai test di ammissione.
Del resto, per quanto concerne il percorso di laurea base in infermieristica, il precedente anno accademico ci aveva offerto il deludente e preoccupante calo del -10,5% di iscrizioni. Ecco l’ennesimo campanello di allarme, l’ennesima occasione per uscire dall’immobilismo delle parole non seguite dai fatti.
A distanza di quasi un anno, nelle intenzioni della politica, poco o nulla sembra cambiato. Ci saremmo aspettati, infatti, idee e strategie per offrire risposte concrete a quelle problematiche che continuano a caratterizzare il nostro vissuto quotidiano nella sanità italiana.
Andando a ben guardare, infatti, i dati del Ministero della Salute, sul fabbisogno dell’Anno Accademico 2024-2025, ormai alle porte, notiamo un’apprezzabile proposta di aumento di posti per le iscrizioni alla formazione magistrale di area infermieristica e ostetrica (+202 rispetto ai 6.414 dello scorso anno), ma anche un incredibile e inspiegabile calo di ben 67 posti nel percorso di formazione base.
Nel complesso per l’area infermieristica i posti richiesti sono addirittura 230 in più. Tutto questo farebbe pensare ad un passo in avanti, ma attenzione ai facili entusiasmi, dal momento che ci risultano 67 posti in meno nel percorso di laurea base e tutto questo ci lascia alquanto perplessi.
Ci fanno riflettere poi le dichiarazioni dei medici, che attraverso la voce del Presidente Fnomceo, Filippo Anelli, “lamentano” palesemente il rischio che i 1.000 posti in più proposti potrebbero scatenare. Della serie: il ministero propone più posti per medicina, con il rischio, secondo la loro stessa Federazione degli Ordini, di creare una controproducente pletora di medici. Agli infermieri, invece, i posti al percorso della laurea base, cioè quello che forma i professionisti che mancano, vengono tolti!
A questo punto si faccia davvero chiarezza: con meno posti a Infermieristica di base, e con una carenza di 175mila infermieri, quando arriveremo ad avere quei nuovi laureati, professionisti del domani, di cui abbiamo bisogno come il pane? Che senso ha, ci chiediamo, aumentare i posti nella formazione magistrale, ma toglierli al percorso triennale base?
Redazione Nurse Times
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