“Ogni estate siamo costretti a denunciare questa situazione. Per mancanza di personale, chi lavora viene spostato e impiegato in reparti nei quali di solito non si trova, esponendo di conseguenza i piccoli pazienti ricoverati a un rischio elevato”. Così Gabriella Diani, segretaria aziendale del sindacato Nursind, denuncia quanto starebbe accadendo al Meyer di Firenze.
Personale continuamente spostato tra le varie unità operative, spesso senza preavviso. Turni estenuanti, anche oltre le 12 ore giornaliere. Riposi saltati a causa della carenza di personale. E ancora ferie non concesse, per non parlare delle doppie notti. Questa la situazione drammatica vissuta dagli infermieri dell’Ospedale Pediatrico.
“Potrebbe sembrare una questione da poco, solo per fare un esempio, lo spostamento da una rianimazione pediatrica a una terapia intensiva neonatale – prosegue la segretaria aziendale Nursing -. Quando si tratta di bambini e bimbi piccolissimi, però, servono una preparazione e una formazione specifica. Non è la stessa cosa occuparsi di un bambino prematuro di 700 grammi o di un bambino di dieci anni. Ciò crea ansia e angoscia in chi lavora, non abituato ad affrontare determinate situazioni”.
Nursind parla di “personale esausto e impegnato quotidianamente in lavoro supplementare”. La cosiddetta produttività aggiuntiva, che si somma agli straordinari e “alla quale l’azienda ricorre per consentire lo scorrimento delle liste d’attesa, in ottemperanza delle direttive della Regione”.
E ancora: “La volontà dei lavoratori di andare incontro alle esigenze della direzione c’è, ma l’azienda continua a pagare una somma oraria irrisoria per la produttività aggiuntiva. Troppo spesso il personale di supporto manca o opera su più reparti. Un gioco delle tre carte che mette a rischio la qualità del servizio erogato ai pazienti. Ferie e congedi parentali non sono una gentile concessione, ma un diritto di chi lavora. La responsabilità di questa situazione non è certo nostra”.
La replica del Meyer
Non si è fatta attendere la replica del Meyer. “L’Azienda ospedaliera universitaria Meyer Irccs – si legge in una nota – tiene a precisare una serie di punti che si spera servano a dirimere i dubbi espressi e, nel caso, a intavolare una discussione costruttiva. A seguito di una serie di controlli risultano effettivamente casi in cui il personale, seppur in una quota minoritaria di casi, opera in turni consecutivi in orario istituzionale e aggiuntivo, senza fruire di almeno mezz’ora di pausa. Sono comunque costantemente garantite le 11 ore minime di riposo prima del turno successivo”.
In merito allo spostamento del personale tra reparti il Meyer risponde così: “Presso l’azienda è presente da tempo una modalità per operare avvicendamenti in setting differenti durante l’anno. Questa opzione deriva da un programma di interscambio di competenze tra equipe assistenziali in reparti con necessità diverse e non, e consistente in una formazione sul campo, con anche una capitalizzazione in termini di riconoscimento Ecm per la formazione svolta al di fuori del proprio setting”.
Sempore i vertici del Meyer: “Con la formazione sul campo si punta a estendere una gamma di competenze verso un gruppo più ampio di professionisti, affinché possano usarle trasversalmente nella presa in carico dei pazienti, garantendo il massimo della sicurezza per gli stessi. Lo spostamento tra reparti diversi avviene, in caso di necessità, utilizzando personale formato, come già detto. Solo in situazioni assolutamente eccezionali e imprevedibili può avvenire l’utilizzo di personale non perfettamente formato, ancorché con la supervisione di un collega esperto come riferimento costante”.
Quanto alla “produttività aggiuntiva oraria”, il Meyer “tiene a specificare che essa è sempre ed esclusivamente effettuata su base volontaria, nel rispetto della normativa vigente in materia di riposo giornaliero e settimanale. La cifra oraria di riferimento per tale attività è quella concordata con le organizzazioni sindacali a livello aziendale, e attualmente oggetto di ulteriore confronto in un tavolo regionale”.
In merito alla carenza di personale, infine, l’azienda “fa presente che l’organico risulta programmato e coerente con la quantità e la qualità dei servizi erogati dal Meyer nel corso dell’anno. L’azienda cerca costantemente di affrontare le tipiche variazioni stagionali per tempo attraverso tutti gli strumenti gestionali a disposizione, come, ad esempio non esaustivo, le chiusure estive e l’attivazione di progetti incentivanti. Si informa oltretutto che l’Azienda ospedaliera universitaria Meyer ha provveduto, prima dell’avvio delle ferie estive, all’assunzione di varie unità di personale infermieristico a tempo indeterminato”.
Redazione Nurse Times
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