“La nuova figura doveva essere definita a livello di ministero della Salute, e non con un accordo in Stato-Regioni per essere inserita a pieno titolo nelle professioni sanitarie”. Così Barbara Guidolin, senatrice del Movimento Cinque Stelle, in un’ intervista rilasciata a Nursind Sanità sul tema dell’assistente infermiere, il quale è in sostanza un oss con esperienza sul campo e una formazione aggiuntiva (500 ore di formazione nel caso di un diplomato).
Guidolin segnala “criticità rispetto al percorso formativo e all’attrattività per i giovani” e aggiunge di essere “d’accordo che si voglia creare una evoluzione dell’operatore socio-sanitario per ridistribuire meglio i compiti e colmare i buchi che si creano nelle mansioni all’interno delle strutture, ma per svolgere mansioni di tipo sanitario e dare vero supporto agli infermieri devi essere inquadrato all’interno delle professioni sanitarie, altrimenti non lo puoi fare. E porta l’esempio dell’oss con formazione complementare, creata nel 2003, anche allora in Conferenza Stato-Regioni, “che ricalca sostanzialmente quella di cui si parla in questi giorni, ma non ha trovato spazio”.
Restando in tema di formazione aggiuntiva, Guidolin ricorda che “l’attuale riforma prevede corsi regionali, e non si è valutato invece un percorso negli istituti professionali statali a indirizzo sociosanitario che abbiamo già”. E ancora: “Noi abbiamo ragazzi che arrivano alla maturità senza avere niente in mano per lavorare e diciamo loro che devono fare un corso a pagamento per diventare oss. Poi 24 mesi di esperienza e ancora un altro corso a pagamento per fare l’assistente infermiere. In altri Paesi, come l’Inghilterra, la maturità professionale ti porta a esercitare mansioni sanitarie”.
Un percorso formativo troppo lungo, dunque: “Lungo, costoso e quindi poco interessante per i giovani, che già non trovano attrattive le professioni sanitarie, considerate faticose e poco retribuite. È un mondo impegnativo, è vero, ma posso dire che quello che ricevi umanamente è anche più di quello che dai”.
Infine qualche dubbio sul nome attibuito alla nuova figura. Guidolin come la chiamerebbe? “Forse assistente, e basta. Altrimenti sembra subordinato all’infermiere e viene criticato perché induce a pensare che lo possa sostituire. Ma non è così: l’infermiere, da quando è un laureato, non può essere rimpiazzato da una figura che ha una formazione più bassa. Gli oss hanno competenze di base per soddisfare i bisogni primari di assistenza. L’assistente infermiere deve piuttosto migliorare l’organizzazione degli ospedali e delle Rsa, alleggerendo l’infermiere in alcune mansioni, per rendere così migliori le cure che garantiamo ai cittadini. A questo dobbiamo puntare”.
Redazione Nurse Times
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