In questa torrida estate sale alla ribalta la vicenda dei 700 infermieri bloccati dopo un avviso pubblico per il reclutamento di personale da parte della ASL Roma 3
Il fatto ha destato indignazione e preoccupazione all’interno della comunità sanitaria.
Il bando pubblico scadeva il 29 marzo u.s., richiedendo 10€ per l’iscrizione, ma poi per mesi non se ne era saputo più nulla.
La situazione è cambiata ad inizio giugno, quando i candidati sono stati convocati inaspettatamente alla fiera di Roma per sostenere la prova orale. Tuttavia, da allora, la ASL Roma 3 è scomparsa nuovamente nel silenzio, senza fornire alcuna comunicazione ufficiale riguardo alle posizioni disponibili o ai tempi per le assunzioni.
Le speranze e le aspettative dei 700 infermieri sarebbero state schiacciate da una recente intervista televisiva in cui il coordinatore aziendale della CGIL, Antonio Cali, avrebbe svelato che la regione Lazio non autorizza le chiamate per evitare l’aumento dei posti di precariato.
Questa rivelazione è giunta come un duro colpo per coloro che avevano superato la prova orale e avevano ottenuto un posto nella graduatoria.
La mancanza di trasparenza da parte della ASL Roma 3 ha suscitato malcontento tra gli infermieri, che si sentono abbandonati nel limbo delle incertezze. La loro determinazione e impegno a sostenere il sistema sanitario locale sembrano essere stati ignorati, lasciandoli in una situazione di precarietà professionale.
In risposta a questa situazione, molti infermieri hanno sollevato la voce per chiedere giustizia e chiarezza. Alcuni hanno lanciato appelli sui social media e hanno coinvolto i sindacati per cercare una soluzione e ottenere una risposta ufficiale dalle autorità competenti.
La mancanza di opportunità di lavoro stabile per gli infermieri è un problema diffuso e preoccupante che mette in discussione il futuro della professione sanitaria nel nostro Paese. Gli infermieri sono la colonna vertebrale dei servizi sanitari e il loro ruolo è fondamentale per garantire una cura di qualità ai pazienti.
La speranza è che le autorità competenti e la ASL Roma 3 intervengano prontamente per risolvere questa questione e garantire che questi 700 infermieri ricevano la giusta considerazione e l’opportunità di svolgere il loro prezioso lavoro nell’ambito della salute pubblica.
Redazione NurseTimes
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