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450mila nuove assunzioni nella P.A. con sblocco del turnover già dal 2019

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450mila nuove assunzioni nella P.A. con sblocco del turnover già dal 2019
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Il ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, annuncia il cosiddetto piano ‘Concretezza’, con l’assunzione nella P.A. di ben 450mila unità

Puntiamo ad “anticipare al 2019 quello che è già previsto. Le assunzioni del triennio 2019-2021 hanno solo un problema di cassa. Io le voglio subito. C’è una legge che prevede il turnover, ogni anno dovrebbero uscirne 150.000, ma in passato c’è stato il blocco del turnover: non è ammissibile” – spiega Bongiorno“faccio le assunzioni e poi riformo coloro che devono formare il personale”.

“Per troppo tempo in Italia – sostiene il Ministro – il risanamento dei conti è passato attraverso i tagli alla spesa pubblica, anche con riferimento alle assunzioni. Credo che sfuggano le conseguenze di questi tagli perché si pensa che tagliare la P.A. significhi tagliare i fannulloni. La verità è più complessa: i tagli hanno conseguenze devastanti per ciascuno di noi. Faccio solo un esempio: se nei tribunali manca il personale amministrativo la giustizia si paralizza, e un processo che dura sette anni – oltre a essere profondamente ingiusto – mette in fuga gli investitori stranieri. Mutilare la Pubblica amministrazione significa dunque, in prospettiva, bloccare lo sviluppo del Paese”. 

Le assunzioni serviranno a dare nuova linfa alla P.A. abbassando l’età media dei lavoratori. Secondo il Ministro lenuove risorse più giovani sono essenziali soprattutto in un settore come la trasformazione digitale, che rappresenta la grande sfida dei prossimi anni e per la quale, nonostante gli annunci fatti in passato, siamo infatti ancora all’inizio del processo. Allo stesso tempo, sono però convinta che l’esperienza sia un valore e che in quanto tale debba essere messa a frutto”.

Ma la svolta sulle assunzioni è solo un capitolo del pacchetto complessivo. Prevista una lotta serrata all’assenteismo e una riforma sulla dirigenza.

“L’assenteismo – continua – è un duplice tradimento: nei confronti della collettività, perché i servizi ne risentono, e nei confronti di chi lavora onestamente. Mettere in campo ogni misura atta a prevenirlo è un dovere, non un’opzione: per questo penso a rilevazioni biometriche, come le impronte digitali o la scansione dell’iride”. 

Per quanto riguarda i costi dell’operazione, che viene stimata da alcuni osservatori intorno ai 31 miliardi, Bongiorno afferma che “tutti questi numeri non sono ipotizzabili. Sto aspettando i fabbisogni dei vari ministeri”. Il ministro rimane fiducioso “chi è già nella P.A. dev’essere messo nelle condizioni di lavorare meglio: c’è tanta gente che serve lo Stato con correttezza e professionalità, ma è innegabile che si possa chiedere molto di più. In un sistema che scricchiola, semplicemente non è realistico che le valutazioni delle performance siano sempre eccellenti. Tutti prendono il massimo, ma solo perché raggiungono obiettivi banali che loro stessi hanno fissato. Per far emergere il merito servono obiettivi sfidanti e valutazioni rigorose e imparziali”. 

Quanto a alla possibile abolizione dell’articolo 18 nel pubblico, il ministro si dice contraria. “Non bisogna cambiare l’attuale sistema. Assolutamente no” conclude.

 

Redazione NurseTimes

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