La terribile scoperta è stata fatta da un uomo di 92 anni. Nessuno aveva avvertito lui e i famigliari del decesso.
“Mi scusi, infermiera, dov’è mia moglie? Per caso è stata spostata di letto?”. Chissà, forse sono state proprio queste le parole che un signore molto anziano ha rivolto ai sanitari dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli lo scorso 6 febbraio. Perché nell’unità di degenza dove da due mesi si recava ogni giorno al capezzale della moglie 87enne, c’era un’altra donna.
Si erano salutati la sera prima, dandosi appuntamento per l’indomani, come sempre. E lei non aveva minimamente accennato a un trasferimento. Eppure lì non c’era. Né qualcuno del reparto sapeva spiegargli l’assenza. Fino a che, dopo una lunga ricerca, un’operatrice ha accompagnato l’uomo di 92 anno all’obitorio, comunicandogli un inaspettato e perentorio: “La signora è morta. Non vi abbiamo trovati, quel giorno ci sono stati dodici decessi”.
Il personale del reparto di Neurologia non sarebbe perciò riuscito a mettersi in contatto con la famiglia della donna, al momento del decesso. E nessuno si sarebbe poi preoccupato di avvertire marito e nipoti. Erano sposati da 64 anni. E lui non si sarebbe mai aspettato di apprendere della sua morte in questo modo. Improvviso. Freddo. Arido. Non si sarebbe mai aspettato di non poterle stare accanto, in quel momento. L’ultimo. Di non poterla vegliare. E di non essere nemmeno a conoscenza che se ne stava andando.
La notizia, riportata ieri dalla rivista La Sesia, fa decisamente riflettere sulla qualità dei servizi erogati al cittadino da parte del nostro Ssn, che al di là delle tante chiacchiere peri-elettorali, sta seria faticando a rimettere realmente il paziente “al centro”. Che la Asl di Vercelli abbia provato a scusarsi con una nota più o meno costernata, è un altro discorso: “Porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia, siamo addolorati per questo inescusabile errore e stiamo adottando i provvedimenti ritenuti adeguati alla gravità dello stesso”.
Alessio Biondino
Fonte: La Sesia, Corriere della Sera
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