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Venturi: “Più telecamere negli ospedali dell’Emilia Romagna”

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Caso Venturi: le razioni di Anelli (Fnomceo), Anaao Assomed e Magi (Ordine medici Roma)
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L’assessore regionale alla Sanità si dice pronto a discutere tale misura con i sindacati per arginare il fenomeno delle aggressioni al personale.

«Siamo pronti a discutere con i sindacati un aumento delle telecamere in ospedal. La promessa è dell’assessore regionale alla Sanità dell’Emilia Romagna, Sergio Venturi, ribadita ieri durante il tavolo per la sicurezza in Prefettura, dove all’ordine del giorno c’era proprio il tema delle aggressioni a medici e infermieri. Un allarme che si rinnova di giorno in giorno: le segnalazioni di episodi di questo tipo a danno di operatori dell’Ausl nel 2018 sono state ben 255.

Le linee di intervento proposte dalla Regione sono tre. Innanzitutto, «incentivare gli operatori a presentare querela in caso di aggressioni verbali o fisiche», spiega Venturi. E poi, appunto, «valutare la possibilità di aumentare le telecamere negli ospedali e finanziare interventi di formazione diretta sul personale». Inoltre, «saranno messi a punto protocolli che possano essere attivati quando arrivano in ospedale persone in particolari condizioni psicofisiche, garantendo, ad esempio, la presenza della pattuglia nella zona dell’ospedal.

La Regione, ha ricordato l’assessore, non può direttamente finanziare una maggiore presenza dei presidi di polizia nei pronto soccorso. Dunque, «per il momento, si è deciso di estendere a queste strutture il tavolo avviato un anno fa dalle aziende sanitarie con la psichiatria e le forze di polizia, con cui si sta facendo un ottimo lavoro nelle Rems». Per Venturi ci sono premesse positive: «Si è avviato un percorso in cui ho trovato grandissima sensibilità da parte di tutti. Per fortuna qui non siamo di fronte a episodi come quelli accaduti in altre regioni e, anche se questa non è una consolazione, siamo a un livello che può ancora essere affrontato in maniera radicale con l’impegno di tutti».

Secondo le segnalazioni dell’Ausl, le aggressioni sono state di tipo fisico in 52 casi: 25 nell’area psichiatrica, 1 in pronto soccorso e 16 in altre aree mediche. Di queste, 31 per fortuna non hanno portato a danni, cosa che si è verificata in maniera moderata in 11 casi, e significativa in 3.

Redazione Nurse Times

Fonte: il Resto del Carlino

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