La Corte dei conti ha condannato per danno erariale l’ex direttore amministrativo dell’ex Azienda ospedaliera, che dovrà versare un risarcimento di 40mila euro.
“Per tolleranza e inerzia”, per dirla con la Corte dei conti della Lombardia, l’Azienda ospedaliera di Varese (ora Asst dei Sette Laghi) tollerò una prassi definita come contra legem. Quella, cioè, che fossero consegnati i referti anche senza prova dell’avvenuto pagamento del ticket a tutti i pazienti accettati come codice bianco in Pronto soccorso. Una prassi protrattasi dal 2003 per oltre un decennio, per la quale la sezione regionale della Corte dei conti ha presentato il conto a Sergio T., fino al 2011 direttore amministrativo dell’Azienda. Il funzionario, 59 anni, di Castronno, è stato condannato per danno erariale a 40mila euro, somma che dovrà risarcire nel momento in cui la sentenza dei giudici contabili diventerà definiti va.
La condanna riguarda il periodo 2003-2005, relativo a crediti ormai prescritti per il recupero dei ticket dai pazienti, che hanno comportato un danno all’Erario complessivo quantificato dalla Guardia di Finanza in oltre 266mila euro. Oltre al convenuto, poi condannato, la Procura della Corte dei conti aveva chiesto i danni ad altri tre funzionari dell’ex A.O. di Varese, ma sono stati tutti e tre prosciolti. Come hanno scritto nelle motivazioni della sentenza i giudici della Corte dei conti lombarda, accanto all’ex direttore amministrativo, avrebbero dovuto invece rispondere anche il vertice dirigenziale del Pronto soccorso, il direttore sanitario e il direttore generale dell’Azienda, ma “incomprensibilmente non sono stati convenuti”.
Hanno scritto i giudici: “Se il dirigente/primario di Pronto soccorso ha tollerato, con colpa grave emissiva, che i medici del suo reparto seguissero una prassi contra legem per anni, ovvero quella di consegnare referti anche senza prova dell’avvenuto previo pagamento del ticket, parimenti il direttore generale, il direttore amministrativo e il direttore sanitario non sono intervenuti per imporre tale osservanza, benché fossero a conoscenza della prassi seguita e dei problemi di recupero crediti che originava».
Il problema non si sarebbe posto, “se i suddetti dirigenti apicali si fossero attivati con una semplice direttiva che imponesse, a pena di illecito disciplinare (e di danno erariale), il previo incasso del ticket per effettuare la consegna del referto da parte di medici, infermieri o personale amministrativo di Pronto soccorso in qualsiasi ora del giorno o della notte”. Concludendo: “Aver abdicato a tale compito, per molti anni dopo la previa, risalente, chiara e nota della normativa regionale, configura colpa grave nella emissiva condotta, foriera di danno erariale”.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Prealpina
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