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Vamping: la “droga” notturna dei giovani. Omceo Venezia lancia l’allarme

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Vamping: la nuova "droga" dei giovani. Omceo Venezia lancia l'allarme
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Stando a unio studio condotto su 367 studenti di una scuola superiore di Conegliano, gli adolescenti passano sempre più tempo davanti a uno schermo durante la notte.

“Più di un ragazzo su tre, il 35,7%, chatta, naviga sui social, guarda on line video o serie tv dopo la mezzanotte – evidenzia lo studio -, e lo fa per noia, solitudine, tristezza ma anche per semplice mancanza di stanchezza, spesso senza che la famiglia lo sappia e con conseguenze che potrebbero poi pesare sullo sviluppo psico-fisico”. Questo l’allarme lanciato da Omceo Venezia e dal suo braccio operativo culturale, Fondazione Ars Medica, in un convegno organizzato all’Ospedale dell’Angelo.

Per l’occasione l’Ordine dei medici veneziani ha presentato i dati di uno studio realizzato su 367 studenti di una scuola superiore di Conegliano. Uno studio dal quale emerge come il fenomeno del vamping sia in aumento tra gli adolescenti veneti. Ma cos’è il vamping? E’ la tendenza a stare svegli davanti a uno schermo per gran parte della notte. Ed è cresciuto velocemente, favorito da lockdown e Dad.

“Il fenomeno ha natura subdola – spiega Emanuela Malorgio, pediatra esperta di disturbi del sonno –. Causa infatti stanchezza, malessere generalizzato, calo del rendimento scolastico, alterazioni dell’appetito, fino ad arrivare a disturbi dell’umore, aggressività, abuso di droghe e di sostanze eccitanti”.

Questa tendenza non si fermerà nei prossimi anni. “Per questo sarà necessario attrezzarsi sul territorio con modalità di trattamento e spazi adeguati, vista anche l’età dei soggetti coinvolti”, dichiarano Silvia Faggian e Diego Saccon, specialisti dei servizi Serd della Ulss 3 Serenissima e della Ulss 4 Veneto Orientale.

Tra le prime risposte individuate dai professionisti, c’è il richiamo alla responsabilità educativa delle famiglie. I genitori sono il primo esempio, e pertanto devono usare i device in modo responsabile. Importante sarà poi costruire una rete sul territorio tra famiglie, operatori, medici e insegnanti per individuare precocemente i segni della deprivazione di sonno e far emergere il problema.

Redazione Nurse Times

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