300 i medici caduti per il Covid. Anelli “Basta chiamarci eroi, chiediamo rispetto: vaccinare ora tutti i medici”
Sono 300 i medici deceduti per il Covid, mentre esercitavano la loro professione, 120, quasi la metà, sono scomparsi a partire dal 1° ottobre, travolti dalla seconda ondata.
“Un numero veramente spropositato, una vera e propria strage in questa pandemia, un prezzo altissimo che la professione medica e odontoiatrica ha pagato per garantire la salute di tutti” dice il presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli.
Anelli vuole chiedere a Governo e Regioni di proteggere i medici, nel giorno in cui sforano quota 300 i camici bianchi vittima del Covid.
L’ultimo nome sul memoriale del sito – che comprende, oltre ai medici attivi, anche pensionati, alcuni dei quali tornati in servizio per l’emergenza Covid o che comunque svolgevano attività libero-professionale – è quello di Bartolo Tarsia, 69 anni, medico di medicina generale a Reggio Calabria.
“Non vogliamo più essere chiamati eroi: pretendiamo fatti concreti per tutelare la nostra salute” dice il presidente.
“E allora credo che sia necessario quanto prima che tutti i medici siano vaccinati: consideriamo il vaccino il miglior dispositivo di sicurezza – esorta il Presidente FNOMCeO – Ogni medico iscritto all’Albo professionale ha il diritto e il dovere di vaccinarsi per proteggere se stesso e i suoi assistiti”.
Eppure, sono, ad oggi, solamente 790.251 le dosi di vaccino somministrate agli operatori sanitari, su un totale di 1.312.275. Ben 397.583 sono state invece iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio, quelle degli ospiti delle Rsa e degli over 80.
“È inaccettabile vedere persone che non svolgono un’attività così rischiosa essere sottoposte al vaccino e osservare una larga parte della professione medica non ancora vaccinata” constata Anelli.
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