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Un ricordo personale di Luca Benci

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Luca Benci: un ricordo personale
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La notizia mi ha colto di sorpresa ieri mattina: non sapevo fosse passato in così breve tempo “dall’altra parte della barricata”, utente/assistito di quel servizio sanitario pubblico che ha difeso strenuamente in tutti questi anni

Purtroppo senza uscirne riabilitato, guarito: la malattia si è portato via in pochissimo tempo un collega e amico che tanto ha fatto in vent’anni per la professione infermieristica, ma anche per tutte le altre professioni sanitarie in Italia.

Così in fretta che non l’ho neanche salutato… provo a farlo con questo scritto, anche se non è la stessa cosa, e il rammarico mi accompagnerà per molto tempo.

Le nostre vite professionali si sono incrociate alla fine degli anni novanta; allora io iniziavo, prima da studente, poi come docente, ad interessami agli aspetti giuridici e deontologici della mia professione, e ho trovato nei suoi primi scritti una fonte preziosa di informazione ed aggiornamento. Ho ancora tutte le copie della Rivista di Diritto delle professioni sanitarie, edito da Lauri, di cui era il direttore ed il principale autore degli articoli pubblicati.

A lui devo lo stimolo ad adattare in un libro i contenuti della tesi discussa nel 1997 presso la Scuola Diretta a Fini Speciali di Milano. Avevo avuto l’audacia di approfondire, forse prima infermiera in Italia, la contrastata legge n. 675 del 1996, meglio nota come “legge sulla privacy”, che regolamentava per la prima volta nel nostro Paese il trattamento dei dati personali e sensibili di ciascuno di noi.

Nell’accurata analisi condotta ho cercato di capire perché questa norma fosse così importante per la tutela dei diritti fondamentali delle persone, e quindi quale impatto avrebbe avuto nell’esercizio professionale infermieristico, dal momento che l’attività sanitaria è strettamente regolamentata da norme giuridiche ed etiche atte a tutelare tali diritti anche e soprattutto delle persone assistite. Luca aveva sostenuto ed incoraggiato questa impresa, mi aveva messo in contatto con l’editore e aveva scritto la presentazione al mio libro “Privacy e professione infermieristica”, pubblicato da Mc Graw Hill nel 2003.

Negli anni successivi le nostre vite si sono incrociate nella sede del Collegio Ipasvi di Milano (ora Opi): Luca è stato più volte chiamato dal Consiglio Direttivo, di cui ho fatto parte dal 2003 al 2018, per docenze e consulenze ai nostri iscritti.

In queste occasioni ho apprezzato, appreso e anche replicato il suo modo originale e molto efficace di trasmettere contenuti giuridici agli infermieri: la ricostruzione storica dell’iter di ogni legge, la descrizione del contesto culturale in cui si inseriva, i numerosi casi tratti dalla quotidianità della pratica portati ad esempio per veicolare i dettami contenuti nelle diverse norme.

Mi piace ricordare i “cavalli di battaglia” della sua divulgazione, alcuni diventati anche i miei: oltre al già citato tema della protezione e corretto trattamento dei dati personali, l’informazione ed il consenso alle prestazioni, la responsabilità professionale, la pianificazione condivisa delle cure e le disposizioni anticipate di volontà, la contenzione fisica e farmacologica, le competenze avanzate, le unioni civili, l’obiezione e la clausola di coscienza, la deontologia ed i codici.

Questi temi sono stati affrontati da Luca in numerosi testi, ma anche articoli apparsi negli ultimi anni su Quotidiano Sanità, e quindi fruibili gratuitamente da tutti; spesso hanno avuto origine da fatti di cronaca in cui gli infermieri sono stati protagonisti.

La lettura di questi scritti ha consentito a molti di noi di riflettere e confrontarsi tra colleghi, anche in momenti dedicati di formazione, sui comportamenti adottati nell’esercizio della nostra professione, e di trarne i dovuti correttivi.

Per chi, come me, è diventata infermiera quando ancora era in vigore il mansionario Luca ha rappresentato un punto di riferimento importante per capire come la professione si stesse evolvendo, sotto la spinta di importanti riforme in campo formativo e di esercizio; ma anche a prendere consapevolezza dell’ampliamento delle responsabilità che essere definiti professionisti sanitari ha implicato.

Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda

Ugo Foscolo

Ciao Luca

Paola Gobbi, Infermiera Milano – Monza Brianza

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