È stato multato dai vigili urbani chiamati da una persona diversamente abile. E così un genio, che aveva parcheggiato nel posto riservato ai disabili di un centro commerciale, ha ben pensato di lasciare sul posto un cartello shock.
Un “problema culturale”. Uno dei tanti, qui in Italia. E che non esiste nei paesi moderni: quello di capire la disabilità. È probabilmente per questo motivo che ancora oggi, nel 2017, qui da noi si discute su come abbattere le barriere architettoniche, di come far funzionare gli ascensori nelle poche stazioni delle metropolitane in cui sono presenti e dei motivi per cui le pedane degli autobus, quelle per far salire le persone carrozzate, molto spesso non funzionino (o non ci siano).
E tutto questo mentre in città come Londra, ad esempio, i disabili scarrozzano oramai da tempo immemore da soli, per la città, salendo e scendendo dai mezzi pubblici senza alcuna difficoltà e senza nessuno ad aiutarli.
A dire la verità quasi mi vergogno a parlare di “cultura”, di fronte ad un episodio che definire ignobile è un eufemismo. È verosimilmente più lecito, infatti, parlare di ignoranza. Perché oltre che di cattiveria e di stupidità, quel cartello apparso sabato scorso nel parking interrato del centro commerciale Carosello di Carugate, nel Milanese, è intriso di una imbarazzante ignoranza.
Cosa è successo?
Secondo la ricostruzione di quanto avvenuto, un cliente disabile del complesso commerciale si era recato sul posto per fare compere ma, come avviene purtroppo troppo spesso nel nostro bel paese, ha trovato il parcheggio per persone diversamente abili occupato, senza ritegno, da chi non ne aveva diritto. E, applicando semplicemente il codice della strada, ha chiamato i vigili.
Le forze dell’ordine sono così intervenute e hanno multato di 60 euro il veicolo in sosta selvaggia. Situazione che ha scatenato le ire dell’automobilista sanzionato e che gli ha fatto esprimere, senza freni inibitori, tutta la rabbia, l’ignoranza, l’inciviltà e la cattiveria represse che una mente terribilmente limitata può eviscerare.
Così, nel pomeriggio di sabato, egli ha affisso un cartello sulla cassetta di un idrante del parcheggio sotterraneo dove è avvenuto il fatto: “A te handicappato che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più vorrei dirti questo: a me 60 euro non cambiano nulla, ma tu rimani sempre un povero handicappato. Sono contento che ti sia capitata questa disgrazia”.
Che l’ortografia dello scritto palesi, inequivocabilmente, lo spessore culturale dell’illustre soggetto protagonista di questa riprovevole vicenda, ci consola solo in parte.
Comunque, l’indignata reazione della direzione del centro commerciale non si è fatta attendere: “Ci dissociamo da questo gesto, non è mai accaduto nulla di simile prima d’ora nel nostro centro commerciale, ne siamo scioccati. È un atto vergognoso”.
I responsabili del Carosello hanno altresì specificato: “di certo non c’era mancanza di parcheggi, visto che molti dei nostri clienti sono in vacanza. Non era quindi difficile trovare un altro parcheggio, che non fosse destinato ai disabili”.
Questo il commento di Iacopo Melio, giornalista e paladino dei diritti delle persone disabili (che abbiamo intervistato non molto tempo fa, VEDI), sulla sua pagina Facebook:
“A te, cara “testa a pinolo”, che godi delle “disgrazie” altrui senza capire che due gambe acciaccate non limiteranno mai quanto un cervello bacato come il tuo, ti auguro di non scoprire cosa significhi non poter fare ‘2 metri in più, o magari doverli fare inforcando una quattro ruote come la mia.
Ti auguro di non viverlo mai sulla tua pelle perché la differenza tra gli incivili come te e i ‘disgraziati’ come me sta proprio in questo: i secondi cercano ogni giorno di ripulire ciò che li circonda dalla cattiveria e dall’intolleranza che i primi scagliano con rabbiosa e prepotente frustrazione.
E voi che leggete, tutti, ricordatevi che potete fare la differenza dimostrandovi civili: fate come l’amico ‘disgraziato’ e chiamate i vigili, segnalate e denunciate SEMPRE, perché il rispetto delle regole è il primo passo per rispettare le persone.”
Alessio Biondino
Fonte: Repubblica
Foto di Claudio Sala
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