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Un paziente su tre entra in reparto malnutrito e aggrava la propria situazione durante il ricovero

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Un paziente su tre entra in reparto malnutrito e aggrava la propria situazione durante il ricovero
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Il fenomeno della malnutrizione in Italia è in costante aumento. Ciò riguarderebbe anche le persone costrette ad un periodo di ricovero nelle realtà ospedaliere del nostro paese, spesso sottopeso o in condizioni di obesità.

Un paziente su 3 entrerebbe già malnutrito in reparto facendo ritorno a casa con una situazione nettamente peggiorata.

Il fenomeno venne osservato ed analizzato per la prima volta oltre 30 anni fa. Nonostante l’innumerevole quantità di dati raccolti, la prevalenza della malnutrizione ospedaliera non avrebbe subito alcun miglioramento nei paesi industrializzati.
Quello della malnutrizione ospedaliera è un fenomeno molto diffuso in Italia e in Europa e nonostante siano trascorsi più di 30 anni dalle prime osservazioni, la prevalenza della malnutrizione ospedaliera non ha subito alcun miglioramento nei paesi industrializzati, anzi.
I ricercatori dell’International Center for the Assessment of Nutritional Status di Milano hanno descritto il fenomeno attraverso un loro studio.
L’obiettivo è stato quello di analizzare quali attenzioni vengano dedicate di routine ai degenti. La speranza è che i risultati possano essere utili alla prevenzione delle malnutrizione iatrogena e al potenziamento delle politiche nutrizionali ospedaliere.
Gli standard di assistenza nutrizionale sono stati valutati sulla base dei seguenti elementi:
  1.  aderenza al protocollo di studio
  2. attitudine alla valutazione del proprio stato nutrizionale
  3. presenza di prescrizione di terapia nutrizionale nei pazienti affetti da malnutrizione (BMI < 18,5 kg/m) o in caso di importante calo ponderare (> o =10% negli ultimi 3 mesi o del 5% nell’ultimo mese), escludendo in tal caso adeguatezza e aderenza al protocollo.
  4. attitudine al monitoraggio del proprio stato nutrizionale durante il ricovero (numero di rilevazioni del peso rispetto al numero atteso).
Complessivamente sono stati valutati 1583 pazienti. Un quantitativo di dati sufficienti per la compilazione del Nutritional Risk Screening Tool 2002 è stato rilevato in 1284 pazienti (81,1%). Tuttavia uno screening nutrizionale è stato possibile utilizzando criteri analitici alternativi riguardanti le entrate alimentari e dall’elaborazione di parametri antropometrici e biochimici.
Purtroppo alcuni valori mancanti hanno reso i dati incompleti soprattutto tra i parametri biochimici. La causa di ciò è stata conseguenza di mancate prescrizioni di esami ematici al momento del ricovero in reparto.
Solo al 38,2% dei pazienti è stato calcolato il BMI. Un supporto nutrizionale è stato prescritto solamente per 26 pazienti su 191 (13,6%) pazienti che manifestavano malnutrizione. Infine solo il 21,6% dei pazienti (207/960 selezionati random) hanno ricevuto un monitoraggio costante del peso con relative annotazioni su apposita documentazione.
Le cause della malnutrizione sarebbero molteplici:
PATOLOGIA –  “Lo stato di malnutrizione è spesso dovuto alla patologia di base e alle terapie – spiega Maria Grazia Carbonelli dell’UO Dietologia e Nutrizione, AO S. Camillo-Forlanini di Roma- Patologia e terapia possono contribuire a togliere l’appetito o alimentarlo, nel caso della malnutrizione in eccesso. Molto frequente la malnutrizione per difetto nei pazienti oncologici”.

ETÀ AVANZATA – La malnutrizione per difetto è frequente negli anziani soprattutto over70, “che fanno fatica a masticare, a deglutire o semplicemente si sono impigriti, soffrono di solitudine e non vivono più il mangiare come un piacere”, spiega la Carbonelli.

DIFFUSIONE OBESITÀ – L’aumento del sovrappeso e dell’obesità è un fenomeno in crescita nella popolazione in generale. Ciò farebbe incrementare anche la percentuale di soggetti che al momento del ricovero in ospedale risulterebbero malnutriti in eccesso (aumento del 136,7% negli ultimi 10 anni secondo i dati HOMIS).

I dati raccolti sono risultati essere peggiori nei reparti chirurgici rispetto a quelli medici (17 vs 26%; P<0.001).
In conclusione, analizzando i risultati emersi, è possibile avere conferma di come, in Italia, non si faccia ancora abbastanza attenzione agli aspetti nutrizionale dei pazienti.

Simone Gussoni

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