Claudio Salvadori, segretario territoriale del sindacato, interviene sulla vicenda dell’infermiere che ha segnalato i disagi in ospedale e in Rsa.
“Ci saremmo aspettati un encomio da parte della dirigenza dell’Usl Toscana Nord Ovest per l’infermiere ‘eroe’ Marco Lenzoni (foto, ndr), che ha avuto il coraggio, il senso civico e professionale di denunciare le numerose mancanze di sicurezza per i lavoratori nel pieno dell’emergenza Covid-19. Segnalazioni che hanno permesso di salvare numerose vite. E invece dall’Azienda sanitaria è arrivata una contestazione disciplinare che lo metterà davanti alla Commissione disciplinare il 9 giugno alle ore 10 per aver leso l’immagine dell’Asl. E’ allucinante. Noi siamo pronti a difenderlo in tutte le sedi e le migliaia di attestati di solidarietà che stanno arrivando dovrebbero far riflettere seriamente la dirigenza”. A descrivere nel dettaglio il paradosso della sanità è Claudio Salvadori, segretario della Uil Fpl Massa Carrara, che ha sempre sostenuto l’infermiere, iscritto al sindacato, e sarà in prima fila a difenderlo il 9 giugno, “forte del supporto dei nostri uffici legali”.
D’altronde, i tempi e i modi della convocazione davanti alla commissione disciplinare, così come le motivazioni, lasciano esterrefatto il segretario Uil Fpl: “La convocazione arriva a fine aprile, facendo riferimento a un articolo uscito il 17 marzo in cui Lenzoni (in qualità di dipendente e seguendo il codice deontologico degli infermieri) sottolineava, senza offesa alcuna all’Azienda, le scarse condizioni di sicurezza degli operatori negli ospedali. Denuncia poi confermata da quanto accaduto nei giorni successivi, quando tantissimi lavoratori della sanità si sono ammalati perché non dotati dei doverosi dispositivi protezione nei momenti critici. Erano giorni in cui i telefoni dei sindacati squillavano a ogni ora del giorno e della notte, ricevevamo molte telefonate di lavoratori preoccupati alla ricerca di ogni tipo di sostegno, anche psicologico. Lavoratori che la collettività non ringrazierà mai abbastanza per quanto fatto, per aver combattuto un virus con mascherine che sembravano panni per pulire gli occhiali”.
Ma non è stato l’unico episodio. Una decina di giorni dopo, infatti, Lenzoni è mandato alla Rsa Galli Bonaventuri di Pontremoli perché quasi tutti gli operatori della struttura erano ammalati. Quindi è subentrata la Asl: “Lì ha denunciato le scarse condizioni di gestione della struttura – prosegue Salvadori – e di fatto ci sono state molti anziani contagiati e ben sei morti, le bare con ospiti defunti lasciate per giorni in una stanza, gli operatori senza mascherine Ffp2 tanto che diversi neo assunti si sono subito infettati. A nostro parere, la convocazione disciplinare fa riferimento a tutto il complesso di denunce del nostro iscritto ritenuto ‘fastidioso’ dalla dirigenza Asl solo perché attento e scrupoloso”.
Secondo Salvabdori, c’è poi un paradosso nel paradosso: “La dirigente che lo ha segnalato alla commissione disciplinare è la stessa che aveva chiesto spiegazioni sulle criticità in quei giorni. Abbiamo lettere e comunicazioni che possono dimostrarlo senza ombra di dubbio. Insomma, ci sembra allucinante che un infermiere che denuncia problemi e salva vite sia convocato in commissione disciplina. Avrebbero dovuto convocarlo, sì, ma per dargli un encomio. Non è possibile che il vincolo di fedeltà aziendale sia peggiorativo dell’articolo 21 della Costituzione, della normativa sul whistleblowing e dell’articolo 2087 del Codice civile, per il quale l’azienda è la prima responsabile della sicurezza dei lavoratori, e che quindi dovrebbe ringraziare chi, come Marco, denuncia quel che non va. Il resto dei dettagli lo daremo il 9 giugno. Intanto ringraziamo tutti i lavoratori che sui social o con i messaggi stanno dimostrando solidarietà a Marco, per il quale la campagna online ha già raccolto più di 5mila firme”.
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