La donna era furiosa per il mancato trasferimento. un’ora prima del delitto, aveva scoperto parlando con la sua collega, che questa era riuscita ad evitare il trasferimento grazie alla legge 104 per accudire il padre malato.
Un anno di intercettazioni hanno dato sostanza ai sospetti degli inquitrenti: Anna Minchella infermiera di 45 anni, unica indagata per la morte di un anziano paziente nell’ospedale di Venafro, è stata arrestata dai carabinieri.
La professionista è accusata di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, dall’uso di sostane velenose e dall’impossibilità della vittima di difendersi a causa delle sue gravissime condizioni di salute: avrebbe fatto ingerire a Celestino Valentino, paziente in cura nel reparto dove lavorava la donna, un quantitativo di soda caustica tale da causarne la morte.
Il 77enne di Pratella (paesino della provincia di Caserta) era ricoverato da diversi mesi presso il “Santissimo Rosario” a causa di un’ischemia cerebrale che lo costringeva a letto impedendogli ogni genere di movimento.
Il 22 giugno 2016 la moglie dell’anziano e la figlia, anche lei infermiera, lo trovarono in gravissime condizioni a causa delle lesioni alla bocca e alla trachea provocate dal passaggio della sostanza corrosiva che l’infermiera arrestata gli aveva fatto presumibilmente ingerire pochi istanti prima.
L’uomo fu trasferito all’ospedale di Isernia dove morì alcuni giorni dopo.
L’omicidio, come è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa, sarebbe stato compiuto per vendetta nei confronti della figlia della vittima: l’aver evitato il trasferimento in un altro ospedale grazie alla legge 104 con la quale usufruiva della possibilità di accudire il padre malato, aveva prodotto l’effetto domino di far trasferire la sua collega infermiera che, a quel punto, si è vendicata.
La decisione della direzione ospedaliera non è mai stata accettata dalla Minchella, che per ripicca avrebbe anche chiesto un periodo di aspettativa.
Simone Gussoni
Fonti: Ansa
Foto: web
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