Il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se archiviare l’indagine nei confronti dei cinque dirigenti accusati di abuso d’ufficio, come chiesto dal pm, disporre nuove indagini o ordinare l’imputazione coatta.
Nuovi sviluppi nella vicenda dei trasferimenti di infermieri dall’ospedale di Licata, che aveva personale in esubero, a quello di Agrigento, che invece presentava una carenza di organico. Lamentando favoritismi per qualcuno e ritenendosi danneggiati dagli atti amministrativi, sei di loro avevano presentato una querela alla Procura nel 2016.
In dicembre il magistrato della Procura aveva però chiesto l’archiviazione per l’ex general manager dell’Asp, Lucio Salvatore Ficarra, e per altri quattro dirigenti: Salvatore Lombardo, Loredana Di Salvo, Vincenzo Pezzino e Giuseppe Amico, finiti nel registro degli indagati con l’accusa di abuso d’ufficio. Una richiesta, quella del pm Gianluca Caputo, alla quale i querelanti si sono opposti.
Nell’udienza di ieri il loro avvocato, Antonino Catania, ha ribadito l’opposizione. “E’ stata un’indagine superficiale – ha detto in aula –, rimasta in ghiaccio per anni prima che venisse richiesta l’archiviazione senza alcuna attività. Ci sarebbero tanti aspetti, invece, da mettere a fuoco nel funzionamento della sanità agrigentina, che questa vicenda mette in luce”. E ha aggiunto che su quei trasferimenti andrebbero eseguite “più complete e approfondite verifiche”.
Sentiti il pm, il difensore degli infermieri e quelli degli indagati (gli avvocati Antonino Gaziano, Vincenza Gaziano e Maria Giambra), il gip Alessandra Vella si è riservato di sciogliere la riserva nei prossimi giorni. Dovrà decidere se archiviare, disporre nuove indagini o ordinare l’imputazione coatta.
Redazione Nurse Times
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