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“Trappole” del web, ecco l’app che aiuta ragazzi e genitori a evitarle

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"Trappole" del web, ecco l'app che aiuta ragazi e genitori a evitarle
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Si chiama Keepers e, secondo gli sviluppatori, avrebbe potuto evitare la tragedia della ragazzina palermitana di dieci anni, vittima della famigerata Blackout Challenge su TikTok.

Arriva da Tel Aviv (Israele), si chiama Keepers ed è un’app sviluppata per aiutare i minori a navigare sul web in maniera sicura, evitando magari tragedie come quella della bambina palermitana vittima di una sfida estrema sul social TikTok. Sul display dello smartphone di mamma e papà compare solo parzialmente la conversazione sostenuta dal figlio. Insieme a un’avvviso: “Attenzione, suo figlio ha effettuato una conversazione potenzialmente pericolosa”.

“Quel gioco di resistenza poteva essere interrotto dall’app grazie alle segnalazioni sottoposte all’attenzione dei genitori – fa sapere fa sapere Hanan Lipskin, co-fondatore di Keepers –. L’app avrebbe riconosciuto le parole pericolose tra cui le stesse ‘Blackout Challenge’, ‘scarfing’ (soffocare) e ‘hanging’ (sospeso, appeso), sia in italiano che in lingua originale, lanciando un allarme sullo smartphone collegato”.

Li chiamano “nativi digitali”, perché a due anni sanno già usare tablet e smartphone. Il ditino si muove goffamente sullo schermo per attivare l’app che permette di vedere video e cartoni animati, di ascoltare canzoncine, filastrocche e, quando cominciano a riconoscersi, di vedere le loro fotografie e i loro filmini. Tra i cinque e i sei anni si passa ai videogiochi. A dieci anni tutto cambia. Non si usa più il cellulare di mamma o papà, ma il proprio. L’iscrizione ai social con le foto pubblicate, poi lo scambio di messaggi con gli amichetti. Ciò che prima si confidava al diario segreto oggi arriva in rete, con la differenza che quei segreti hanno un destinatario cpotenzialmente pericoloso.

Ma per un genitore non ci dovrebbe essere lucchetto che tenga. A spezzarlo, rispettando comunque la privacy del ragazzino, prova allora l’app di parental control che permette di accedere allo spazio digitale altrui. Basta scaricarla da qualsiasi app store e installarla sul proprio smartphone e su quello che si vuol seguire.

Attivata a pagamento o in partnership con Vodafone Italia, ma con una prova gratuita di sette giorni, Keepers si affianca alle attente politiche sulla sicurezza dei grandi colossi della rete, che garantiscono la sicurezza degli utenti attraverso la censura di qualsiasi contenuto ritenuto violento o pericoloso. Grazie a un sistema tecnologicamente avanzato, effettua un’analisi dei contenuti presenti sul dispositivo del bambino, identificando tutte le situazioni allarmanti e avvisando in tempo reale il genitore.

“Keepers sarebbe stata in grado di avvisare i genitori della ragazzina che ha partecipato alla Blackout Challenge – ribadisce Aviad Meshel, Ceo e co-fondatore di Keepers –. Abbiamo effettuato delle prove con la nostra app: i termini utilizzati per la propagazione del gioco sarebbero stati riconosciuti e segnalati dal nostro algoritmo, perché presenti nell’elenco-vocabolario delle parole ritenute da noi potenzialmente pericolose. Siamo molto addolorati perché keepers nasce proprio per permettere ai più piccoli di crescere serenamente e nel miglior modo. Soprattutto in un momento delicato come questo”.

Sì, perché la pandemia da coronavirus ha provocato un’aumento del traffico della rete. Non solo con la Dad, ma anche per le relazione sociali. Una ricerca effettuata proprio da Keepers in relazione al Covid-19 su un campione di 300 utenti rivela che da aprile a giugno 2020 c’ è stato un incremento delle chat da 1.770 a 3.400. E così anche per i messaggi offensivi, che da 20mila sono arrivati a sfiorare i 25mila.

Un report, quello che riguarda la rete, i ragazzi e la pandemia, che presto presenterà anche il Moige (Movimento italiano genitori), il quale fa appello all’uso corretto della tecnologia anche attraverso il ricorso ad app come Keepers. “E’ una battaglia che non possiamo perdere, perché sono in gioco il bene e la salute dei nostri figli – spiega Antonio Affinita, direttore generale del Moige –. Tutte le app che aiutano il controllo parentale sono le benvenute, e Keepers, all’interno della rosa, è tra quelle con un buon controllo. A questo va aggiunto una dinamica fiduciaria di una formazione dei ragazzi, e questa è un’opera che deve essere fatta sempre, sia a casa che a scuola. Ma sono necesse applicazioni e norme più stringenti in termini di legge. Noi riteniamo inaccettabile che un minorenne possa sottoscrivere un contratto con i social da solo. Sono contratti illeciti e illegali. Queste aziende che vengono in Italia impegnano i nostri figli a donare loro dati e immagini per tutta la vita. Ciò rappresenta una violazione delle più elementari norme giuridiche. Su questo è necessario fare chiarezza”.

Nella “black list” di keepers ci sono tutti quei termini che possono inneggiare a fenomeni di cyberbullismo e altre situazioni non chiare. L’app scannerizza continuamente il cellulare, intercettando i messaggi pericolosi. Permette a un genitore di bloccare sullo smartphone del bambino gli accessi a siti (o app) da ritenere pericolosi, o destinati a un pubblico adulto, o a cui si vuole semplicemente limitare l’accesso. Inoltre permette di stabilire gli orari di utilizzo di internet, app e navigazione sul cellulare del bambino, e avverte i genitori se lo smartphone del figlio ha la batteria scarica. Questo sistema punta a rilevare qualsiasi pericolo che possa danneggiare la salute mentale del ragazzo: dal linguaggio offensivo tipico del bullismo al linguaggio sessuale non richiesto; ma anche contatti nuovi, in arrivo da persone estranee al nucleo familiare e poco collegate alla cerchia di amici.

La grande novità Keepers è l’essere in grado di avvisare il genitore di una conversazione pericolosa, anche se non contiene parole offensive. Ciò avviene grazie agli algoritmi di riconoscimento del linguaggio naturale, il cosiddetto NLP, che identifica le emozioni dal testo anche se non sono presenti parole esplicitamente lesive.

“Seguire i più piccoli nella loro vita online è fondamentale – dice Mariagrazia Ceraso, responsabile comunicazione e marketing di Keepers Area Italia, che ha curato i contenuti del blog messo a disposizione per i genitori –. Quelle infantile e adolescenziale sono due età molto delicate e la presenza dei genitori è fondamentale. Ci rendiamo conto che non si può controllare costantemente l’attività sullo smartphone dei propri figli. Per questo Keepers allerta il genitore solo in caso di probabile pericolo per il bambino”.

Una soluzione che facilita l’equilibrio della vita familiare, dunque, e coadiuva i genitore nello stabilire un ambiente digitale sicuro, magari evitando di dover sbirciare nel cellulare del figlio in piena notte. Un gesto a cui molto spesso sono costrette a ricorrere le madri, rischiando di minare il rapporto di fiducia. Ed è qui la seconda novità introdotta da Keepers. Si tratta di un “patto di lealtà”, un accordo che si crea tra genitore e figlio. Per installare l’app, infatti, è necessaria un’autorizzazione che arrivi dai due dispositivi, ma l’applicazione non può essere né modificata né rimossa senza il consenso, ovvero credenziali inserite dai genitori.

Redazione Nurse Times

Fonte: Famiglia Cristiana

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