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Toscana. Turni massacranti e stipendi da fame a 9 euro l’ora per gli oss nelle RSA

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Trento, taglio degli infermieri e niente bonus Covid nelle Rsa: "Se si vogliono smantellare queste strutture, siamo sulla strada giusta"
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Difficili condizioni di lavoro nelle Residenze Sanitarie Assistite (RSA) in Toscana: una situazione critica per infermieri e oss

Le Residenze Sanitarie Assistite (RSA) in Toscana stanno attraversando una fase di criticità senza precedenti a causa delle difficili condizioni di lavoro che affliggono gli operatori socio-sanitari, gli infermieri e altre figure professionali coinvolte. Secondo una denuncia avanzata dalla Uil Fpl Toscana e Area Vasta Centro, i turni massacranti e stipendi troppo bassi, che per gli Oss vanno dai 7,78 ai 9 euro l’ora stanno mettendo a dura prova chi opera all’interno di queste strutture, rendendo il lavoro sempre più difficile e insostenibile.

La situazione è resa ancor più preoccupante dalla carenza di personale qualificato, una problematica che si sta diffondendo in vari settori sanitari. Tuttavia, nelle RSA la situazione sembra essere particolarmente critica. I gestori delle strutture stesse hanno più volte lamentato la difficoltà nel trovare e trattenere personale, che tende ad abbandonare il settore per cercare opportunità nel settore pubblico.

Questo spostamento è stato accentuato dall’emergenza COVID-19, che ha ulteriormente esaurito le risorse umane disponibili nel sistema sanitario.

Ma cosa sta esattamente minando il settore delle RSA? Innanzitutto, l’aumento dei costi di gestione ha contribuito a mettere sotto pressione le strutture, mentre le procedure legate alla pandemia hanno aggiunto ulteriori complessità. La competizione da parte di grandi strutture ha aggravato ulteriormente la situazione, facendo sì che alcune RSA si trovino in una posizione ancora più difficile.

Tuttavia, secondo quanto affermato dal sindacato, risolvere queste problematiche richiede un approccio che metta al centro le condizioni di lavoro dei dipendenti.

La segreteria Uil Fpl Toscana e Area Vasta Centro sottolinea che, anche se l’etichetta “schiavitù” può sembrare forte, la mancanza di diritti e la prevalenza dei doveri fanno sì che non si possa parlare di un ambiente di lavoro adeguato.

Turni massacranti, scarsa quantità di personale e l’accumulo di ore negative nel saldo di ferie sono diventati una costante all’interno delle RSA, trasformando i contratti di lavoro in situazioni di precarietà.

Le figure professionali coinvolte, come infermieri, educatori, animatori e fisioterapisti, si trovano ad affrontare sfide quotidiane, tra cui orari non sufficienti per svolgere appieno le loro mansioni e stipendi inadeguati. Gli infermieri, ad esempio, rappresentano una carica di responsabilità cruciale all’interno delle RSA ma devono far fronte a condizioni lavorative che spesso compromettono la qualità della loro assistenza.

Beatrice Stanzani, segretaria regionale Uil Fpl Toscana e Area Vasta Centro, sottolinea che per invertire questa tendenza e garantire un servizio adeguato agli anziani, è necessario iniziare con stipendi adeguati, una maggiore valorizzazione delle competenze e una ristrutturazione delle modalità di lavoro.

Le testimonianze dirette degli operatori confermano la gravità della situazione. Giovanna, infermiera in una RSA da oltre 6 anni, descrive un ambiente di lavoro dove i turni massacranti e la mancanza di personale influenzano negativamente sia il benessere dei pazienti che quello dei professionisti stessi.

La necessità di affrontare le condizioni di lavoro dei dipendenti, migliorare gli stipendi e valorizzare le competenze è cruciale per invertire questa tendenza e garantire un servizio di alta qualità agli anziani che dipendono da questi servizi.

Redazione NurseTimes

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