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In Toscana non ci facciamo mancare nulla, ma ancora per fare l’infermiere occorre una Laurea

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Draoli (FNOPI) documento sul fine vita "pazienti non consapevoli delle possibilità che si hanno"
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Precisa e puntuale ma anche doverosa la richiesta di rettifica da parte del collegio ipasvi di Grosseto, a firma del suo presidente dott. Nicola Draoli

L’articolo incriminato redatto da www.redattoresociale.it dal titolo “I profughi? Contadini, meccanici, attori, infermieri. Così la Toscana valorizza i migranti”

La nostra redazione aveva già provveduto a segnalare l’articolo in questione (VEDI).

Riportiamo anche la precisazione del presidente del collegio di Firenze, dott. Danilo Massai: Riduciamo il valore della notizia alla solita approssimazione del giornalista.
In Toscana non ci facciamo mancare nulla, ma ancora per fare l’infermiere occorre una Laurea”

Richiesta chiarimenti e rettifica titolo.

Cari colleghi, questo è un caso un po’ border line su cui intervenire come potete leggere dal testo della mail.
Abbiamo comunque ritenuto di produrre una nota se non altro per sensibilizzare la redazione in oggetto.

a: [email protected]
Gentile Direttore del “Redattore Sociale”
leggiamo con perplessità un vostro articolo del 29/05 dal titolo “I profughi? Contadini, meccanici, attori, infermieri. Così la Toscana valorizza i migranti” (https://www.redattoresociale.it/…/I-profughi-Contadini-mecca…).

Leggendo il testo non vi è riferimento alla figura professionale dell’infermiere così come non vi è riferimento al profilo dell’infermiere nel progetto Toscano.

La nostra impressione è che il progetto riportato intenda riferirsi all’intercettazione e alla valorizzazione di figure non qualificate e ad ogni modo un titolo così composto genera confusione tra i lettori che immaginano il percorso professionale dell’infermiere come un tirocinio di formazione professionale tipico dei mestieri e non certo delle professioni.

Non ci sarebbe nulla di male a creare un database con i curriculum dei migranti e certamente un migrante può aver conseguito il titolo di infermiere ma in questo caso un cittadino straniero che intenda svolgere la professione infermieristica, può esercitare in Italia previo riconoscimento del titolo acquisito dagli enti Ministeriali ed esame presso un apposita commisione istituita negli Ordini provinciali.

Crediamo quindi che il titolo in realtà abbia voluto con la parola infermiere raccogliere un composto variegato di arti e mestieri al servizio della persona.

Se così fosse si chiede quindi la rettifica del titolo fuorviante per l’immagine professionale a norma dell’articolo 42 della legge 416/1981.

Accade infatti ormai troppo spesso che i giornali, per rendere più appetibile o semplificata una notizia, utilizzino in modo improprio la qualifica dell’infermiere per riferirsi a tutt’altre figure.

L’infermiere è un professionista laureato con laurea triennale e magistrale biennale che può frequentare master e corsi di specializzazione fino ad arrivare alla direzione di strutture complesse.

Siamo certi che questo confronto sia di utilità per entrambi al fine di definire con più completezza notizie che riguardino la professione che rappresento.

Un distinto saluto

Il Presidente Dr. Nicola Draoli

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