La vicenda denunciata da 12 infermieri dipendenti della residenza per anziani “Al Castello” di Alpignano, gestita dai Missionari della Consolata è davvero incredibile!
Ogni notte un solo infermiere in turno deve assistere 180 pazienti ricoverati nella struttura ed in caso di necessità può chiedere l’intervento di un secondo infermiere reperibile per cinque euro all’ora. Cosa c’è di strano? La paga e sicuramente bassa (ma oramai non si guadagna più molto a svolgere questa professione…direte voi!), la cosa agghiacciante è data dal fatto che l’infermiere reperibile non dorme comodamente nel letto di casa propria, ma è costretto a dormire in struttura, in un angolo dedicato localizzato nelle camere mortuarie.
Per non perdere il lavoro, con la situazione di crisi che affligge gli infermieri italiani, 12 lavoratori hanno dovuto accettare in silenzio.
“O così o te ne vai!” Le continue minacce rivolte da parte della dirigenza hanno spinto un infermiere a denunciare i soprusi.
Il servizio infermieristico presso la struttura per anziani è appaltato esternamente alla cooperativa sociale Quadrifoglio Due di Pinerolo, di cui tutti i dipendenti sono soci. Ogni infermiere deve garantire almeno una volta a settimana la “notte passiva”.
Otto ore da trascorrere in struttura anche se non si lavora, retribuite sul cedolino come “indennità mancata mensa”. Un modo al quanto bizzarro di retribuite la notte passiva finalizzato probabilmente ad eludere tasse e controlli.
La denuncia presentata all’Ispettorato del Lavoro parla chiaro:
“Una preoccupante situazione da verificare con urgenza, visto che l’appalto cesserà il prossimo 30 giugno”.
L’intera procedura per la famosa “notte passiva” è stata descritta nella denuncia:
L’infermiere smontante dal turno di pomeriggio, alle ore 22, è obbligato a timbrare l’uscita pur rimanendo a dormire in struttura nell’angolo ricavato nello scantinato delle camere mortuarie venendo retribuito 5 euro all’ora per 8 ore.
Le ore accumulate mensilmente, retribuite con una paga oraria indecente, non sono neanche segnalata in busta paga come ore di servizio.
“Una situazione che rappresenta una grave violazione delle norme e tutele dettate in tema di pronta disponibilità ed espone gli infermieri a seri rischi, oltre che a subire un trattamento economico palesemente degradante”.
Là vicepresidente del Collegio Ipasvi di Torino Barbara Chiapusso si è espressa in merito alla vicenda:
“Non è ammissibile che gli infermieri continuino ad esercitare in condizioni che configurano lo sfruttamento lavorativo. Ormai si è giunti a situazioni, come questa, in cui addirittura la vita privata viene messa duramente a repentaglio con un riconoscimento economico irrisorio e degradante, peraltro camuffato con una voce nel cedolino di difficile comprensione. E’ necessario che con l’assessorato preposto si individuino modalità di controllo a difesa dei professionisti e soprattutto dei cittadini che meritano un’assistenza infermieristica di qualità nelle 24 ore”.
Simone Gussoni
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