Un questionario di gradimento rivolto ai pazienti ricoverati presso i reparti della Fondazione Policlinico Tor Vergata ha lasciato indignati moltissimi infermieri italiani.
Il documento, realizzato dal Direttore DIPS e avvallato da un consigliere dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma, presenta delle domande rivolte all’utente/paziente che sembrano davvero tratte dai questionari presentati ai clienti di un albergo alla fine di una settimana di vacanza.
I criteri utilizzati per valutare la produttività degli infermieri difatti sarebbero difatti la gentilezza, la disponibilità ad andare a trovare i pazienti o semplicemente se questi professionisti si recassero spontaneamente nelle camere di degenza semplicemente per un saluto o per chiedere se il degente avesse bisogno di qualcosa.
Ed è così che colui che dovrebbe essere per legge un professionista intellettuale viene valutato con alcuni criteri di efficenza degni del miglior maggiordomo o cameriere ai piani.
Il sindacato Coina ha subito inviato una missiva contestando l’utilizzo di tale strumento, poiché considerato improprio al fine della valutazione dell’operato di professionisti sanitari.
“In primo luogo per la natura delle domande in esso contenute che vertono non su criteri obiettivi di professionalità e competenza ma su argomenti che poco o nulla hanno a che fare con la qualifica di Infermiere.
In secondo luogo tale questionario si inserisce in un contesto di evidente carenza di personale all’interno dei reparti e servizi del Policlinico e ciò, ovviamente, va a detrimento dell’assistenza e della cura del malato, il quale si troverà a giudicare l’operato del professionista senza conoscere quali siano i carichi di lavoro e le dinamiche di reparto nelle quali, spesso, gli infermieri sono costretti ad espletare mansioni inferiori proprio per la cronica carenza di personale di supporto.
Inoltre, delle 23 domande che compongono il questionario 22 riguardano gli Infermieri una i Medici e nessuna le eventuali mancanze dell’organizzazione aziendale o dell’U.O.
Non pensabile utilizzare come strumento, al fine di valutare la produttività di un ospedale, chiedere se:
– gli infermieri si sono presentati, mostrandosi cortesi e disponibili;
– si sono mostrati cortesi, gentili e pazienti nei miei confronti;
– all’inizio del proprio turno di lavoro, mi venivano a salutare;
– mi venivano a trovare anche se non chiamati;
– anche nei momenti più faticosi, hanno “trovato tempo” per me;
– hanno svolto le attività assistenziali con particolare attenzione;
– hanno preservato la mia privacy durante le manovre assistenziali;
– si sono costantemente preoccupati che non avessi bisogno di nulla.
Nello specifico il questionario pone quesiti che nulla hanno a che vedere con la professionalità del personale infermieristico, ma sembrerebbero essere prese dai questionari di gradimento distribuiti alle reception degli alberghi per conoscere lo stato di soggiorno.
Tali modalità di valutazioni, oltre ad essere offensive per la figura infermieristica, la quale continua ad essere vista alla stregua di una dama di compagnia all’interno della propria U.O., risultano esserne fortemente discriminanti, poiché sembrerebbe esserel’unica figura tenuta a comportamenti che nulla hanno a che vedere con la professionalità, ma più relativi a semplice educazione e buon senso ai quali tutti gli operatori sanitari dovrebbero essere tenuti, sempre se i carichi di lavoro lo permettono.
Per questi motivi non consideriamo possibile pensare di valutare la produttività dell’infermiere da un eventuale saluto che questo fa al paziente ad inizio turno, o se in corso ad urgenze o criticità si preoccupi di andare a trovare il paziente al di fuori delle attività programmate.
Appare evidente che il questionario non può essere utilizzato come strumento al fine della valutazione della produttività anzi, si dovrebbe applicare quanto indicato dal D.Lgs 150/2009 e dalle successive Linee Guida emanata dal Dipartimento della Funzione Pubblica (DFP), Dipartimento al quale sono attribuite le funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio in materia di ciclo della performance, avvalendosi del supporto tecnico e metodologico della Commissione Tecnica per la Performance (CTP) di cui all’articolo 4 del DPR n. 105 del 2016.”
Ci auguriamo che tale mostruosità venga immediatamente abrogata e sostituita con uno strumento di valutazione più idoneo.
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