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Riceviamo la tesi del dott. Lapo Raugei, dissertata presso l’Università Degli Studi di Firenze.
Gentile Direttore di NurseTimes,
vorrei proporre ai suoi lettori il mio lavoro di tesi dal titolo “La Nefrologia incontra il Nursing e la Medicina Narrativa: una ricerca di triangolazione”
Razionale dello Studio
Kleinman e Good, negli ultimi anni del XX secolo, diedero vita alla Narrative Medicine. Gli anni passarono e questa disciplina raggiunse il suo apice nel 2009 quando R. Charon istituì il primo corso universitario di Medicina Narrativa. Nonostante ciò tale pratica ancora oggi è poco conosciuta e poco utilizzata da parte del personale sanitario. Gli obbiettivi principali di questa indagine di triangolazione sono due: il primo riguarda il tentativo di comprendere le emozioni dell’assistito nel momento in cui si trova a raccontare la propria esperienza di malattia; il secondo è scoprire se l’assistito prova giovamento nel raccontarsi e se esso rende più efficace il percorso di cure.
Strumenti e Metodi
Per la ricerca qualitativa sono stati selezionati 24 racconti reperiti dalle prime due edizioni del Concorso Nazionale “Quirino Maggiore” di Narrativa, Poesia e Fotografia in Nefrologia, Dialisi e Trapianto e poi analizzati con il metodo Van Kaam. Per la ricerca quantitativa è stato sottoposto un questionario strutturato ai pazienti maggiorenni, in completa libertà di partecipazione, tramite l’ANED e la Santa Maria Annunziata – ONLUS. Con questa indagine è stato raggiunto un campione di 219 persone nel periodo fra il 24 settembre 2021 e il 18 ottobre 2021.
Analisi e Discussione dei Principali Risultati di Interesse Infermieristico
Per quanto riguarda la ricerca qualitativa possiamo affermare che, dopo un’attenta analisi dei racconti, sono state individuate 10 etichette che rappresentano le tematiche che più emergono dai racconti selezionati. Nello specifico sono state individuate 94 diverse espressioni che si suddividono in:
“Rinascita” (15 espressioni), “Bestia” (7 espressioni), “Non accettazione” (8 espressioni), “Turbine di emozioni” (13 espressioni), “Pianto e tristezza” (5 espressioni), “Consapevolezza” (5 espressioni), “Immaginazione” (5 espressioni), “Incognita per il futuro” (10 espressioni), “L’importanza del personale sanitario” (12 espressioni) e “Questione tempo” (14 espressioni).
Andando a rielaborare i dati emersi dall’analisi quantitativa i dati maggiormente significativi per questo elaborato sono i seguenti: l’80,8% dichiara di non aver mai sentito parlare di Nursing e Medicina Narrativa anche se poi il 76,7% afferma di aver condiviso il proprio vissuto di malattia con gli operatori sanitari. È emerso inoltre che il senso di rinascita è strettamente legato all’essersi sottoposti al trapianto (82,05%). Infine un dato fondamentale è che al quesito riguardante l’importanza del rapporto paziente – operatore sanitario, sono state individuate l’8,2% delle risposte che “accusano” i sanitari di non essere capaci di ascoltare e creare un rapporto di fiducia con i pazienti che hanno in cura. Questo indica che ad alcuni pazienti questo rapporto con il personale è mancato, seppur sentendone la necessità.
Conclusioni
Seppur non potendo generalizzare i risultati a causa della sua specificità in area nefrologica, possiamo affermare che il Nursing e la Medicina Narrativa dovrebbero essere applicati e integrati in modo strutturato e continuativo, unico e specifico, durante tutto il percorso di cure. Sarebbe inoltre opportuno prevedere un’adeguata formazione, con corsi durante il percorso universitario e postlaurea, attraverso Master e crediti ECM volti a diffondere e sensibilizzare la narrativa anche nell’ambito dell’assistenza infermieristica e sanitaria.
Correlatore, dott. Marco Lombardi
“C’è un gande bisogno di Narrazione in Medicina ed ancor di più in Infermieristica, ecco perchè la tesi dell’oramai dottore in Scienze Infermieristiche Lapo Raugei assume una importanza non comune.
Questo bisogno è percepibile da ogni persona che frequenti anche per poco i nostri ambienti in sanità, siano persone che necessitano di essere curate che di persone che curano o in senso lato assistono le prime. Perché non siglare tra loro quel patto di mutua assistenza che porterebbe senz’altro ad una presa in carico realmente olistica facilitando tutto?
La risposta, senza conflitto di interesse, né partigianeria, è proprio perché si pratica troppo poco o per niente la sanità narrativa nei nostri ospedali, nei nostri ambulatori, nelle nostre RSA e così via. E perché la si pratica troppo poco? Per semplice mancanza di conoscenza, per mancanza di preparazione da parte di noi operatori tutti, e solo da ultimo ma così spesso lamentato per mancanza di tempo.
Essere narrativi non vuole un tempo speciale o addizionale. Per essere narrativi bisogna conoscere, praticare entro se stessi prima, e verso tutto il prossimo dopo. E’ una qualità ‘interna’ purtroppo ancora troppo accessoria ma che dovrebbe essere strumento di base di ognuno di noi.
Pertanto ben venga una tesi di laurea che narra di sanità narrativa e di una delle sue molteplici forme di espressione.
Speriamo che presto la medicina o infermieristica narrativa entrino a far parte dei relativi corsi di laurea, se lo augurano tutte le persone di buon senso e bisognose di cure”.
Redazione NurseTimes
Allegato
Tesi “La Nefrologia incontra il Nursing e la Medicina Narrativa: una ricerca di triangolazione”
- Prevenire le lesioni da pressione: il 21 novembre torna la Giornata Internazionale STOP Pressure Ulcers
- Convegno “Universalità delle cure e sostenibilità dei Ssn in Europa”: appuntamento a Roma il 22 novembre
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