Rilanciamo l’intervista realizzata da Sanità Informazione con la prima donna alla guida della Federazione nazionale dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
I vaccini, la collaborazione con le altre professioni sanitarie, la “secessione” dei fisioterapisti e la sanità del futuro. Sono tante le sfide che aspettano Teresa Calandra, eletta neopresidente della Federazione nazionale dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM-PSTRP), dopo aver vinto le elezioni alla guida della Lista Armonia, che ha raggiunto il 75% dei consensi.
Si tratta della prima presidente donna dal 1969, quando fu istituita la Federazione nazionale Collegi professionali tecnici sanitari di radiologia medica, poi divenuta FNO TSRM-PSTRP nel 2018. Il percorso di Calandra parte da lontano: prima consigliere, poi segretario e nell’ultimo mandato tesoriere; Calandra viene da una lunga esperienza ai vertici della Federazione. Palermitana, classe 1968, Calandra è TSRM presso l’Asl To3, in cui si occupa anche di tecnologie innovative in forza della esperienza maturata come componente del Nucleo tecnico regionale per l’HTA presso assessorato della Salute – Regione Siciliana (2012-2018).
Tra i primi a complimentarsi, il ministro della Salute, Roberto Speranza, che l’ha ricevuta a Lungotevere Ripa e che ha scritto su Twetter: “Buon lavoro a Teresa Calandra, appena eletta presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Tsrm e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Lavoriamo insieme per rendere più forte il Servizio sanitario nazionale”.
Le elezioni le ha vinte mettendo in primo piano i temi del ricambio generazionale e dell’equilibrio di genere: «Sono temi che hanno guidato tutto il mio percorso elettorale. Nei due mesi di interlocuzioni con gli Ordini e le Commissione di albo nazionali ho consegnato l’importanza di dar seguito a quelli che ritengo essere due punti di riferimento, per altro contenuti nella legge 3 del 2018. All’interno del Comitato centrale quattro dei componenti hanno meno di 40 anni. E poi abbiamo il 34% di donne, a cui è stato assegnato il 50% delle cariche. L’obiettivo che mi ero ripromessa di portare avanti è stato centrato».
La presidente Calandra sarà affiancata dal vicepresidente Diego Catania, dal tesoriere Matteo Toniolo, dal segretario Caterina Di Marco e dai componenti Alessandro Beux (presidente uscente), Vincenzo Braun, Laura Caforio, Antonio Cerchiaro, Giovanni De Biasi, Francesco Della Gatta, Vincenzo Di Salvatore, Dilva Drago, Roberta Massa, Riccardo Orsini, Saverio Stanziale.
Presidente, lei sarà alla guida per la prima volta di un Comitato centrale multiprofessionale. Cosa farete per favorire ancora di più la coesione tra le 19 professioni afferenti la Federazione?
«La struttura ormai è completa. Queste ultime elezioni hanno ultimato la definizione dell’impalcatura, ora si dovrà lavorare poiché ancora c’è tanto individualismo. Ciò che dovremo fare come Comitato centrale è liberarci dalla singolarità determinata dall’appartenenza a una professione per arrivare a rappresentarle tutte e 19, affinché ognuna di esse possa sentirsi rappresentata da ogni componente del Comitato centrale. Contemporaneamente dovremo lavorare con le Commissioni di albo affinché ognuno di noi si senta componente di un unico soggetto istituzionale. Questa sarà la sfida più grande. Dovremo condividere obiettivi e progetti affinché ognuno, senza perdere la sua storia e la sua unicità, si senta appartenente al gruppo».
Uno dei primi temi con cui dovrà confrontarsi è quello dei fisioterapisti, che hanno chiesto di staccarsi per creare un Ordine autonomo.
«I fisioterapisti hanno richiesto legittimamente al ministero della Salute, poiché avevano i numeri, di creare un loro Ordine. Questa richiesta è stata fatta all’inizio dello scorso dicembre, solo un paio di mesi dopo l’elezione della Commissione di albo nazionale: un messaggio chiaro, anche sul piano politico. Per noi è stata una presa d’atto. Nel Comitato centrale non ci sono Fisioterapisti perché il mio gruppo ha ritenuto che chi ha espresso così chiaramente e rapidamente la volontà di avere un Ordine proprio non avrebbe potuto seguire un percorso all’interno di questa Federazione che ha altri obiettivi, tutti tesi all’aggregazione e caratterizzati dalla condivisione. Però noi faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità, in collaborazione con i ministeri, affinché i legittimi desiderata dei fisioterapisti siano realizzati quanto prima (il precedente Comitato centrale ha deliberato in tal senso, dandone comunicazione sia al ministero della Salute che alla Commissione di albo nazionale). A rafforzare questa indicazione è il fatto che all’interno del Comitato centrale abbiamo assegnato una delega ad hoc per favorire questo processo. Avranno tutta la nostra disponibilità, fermo restando che fino a che saranno all’interno della nostra Federazione lavoreremo insieme e bene, anche per costruire le basi della futura cooperazione inter-istituzionale».
Ora anche i professionisti sanitari potranno partecipare alla campagna vaccinale come somministratori. Tuttavia sono ancora tanti i liberi professionisti senza vaccino.
«I singoli Ordini, con le Regioni, stanno da alcuni mesi lavorando assiduamente affinché tutti i professionisti sanitari possano essere vaccinati quanto prima. La situazione non è omogenea perché alcune Regioni sono più virtuose e hanno quasi completato tutto il processo, altre sono indietro. Relativamente al nostro coinvolgimento come vaccinatori, abbiamo voluto dare una mano al sistema sanitario che ha bisogno anche di noi; fatti salvi gli assistenti sanitari già legittimati e competenti, con una adeguata formazione, così come prevista dal protocollo e in via di definizione, potremo tutti presto contribuire a velocizzare le vaccinazioni e uscire da questa situazione che sta davvero mettendo in crisi non solo il sistema ma anche noi professionisti sanitari che siamo stanchi dopo un anno e mezzo molto difficile».
Ha già avuto modo di parlare col ministro Speranza?
«Appena eletta, sono stata ricevuta dal ministro Speranza che si era subito reso disponibile per un primo incontro in cui abbiamo condiviso alcuni percorsi, dando continuità all’intensa collaborazione iniziata con la presidenza Beux. Il ministro ha colto con gioia questa continuità di lavoro. Lavoreremo insieme anche all’interno della Consulta permanente delle professioni sanitarie sociosanitarie che sarà convocata a breve per definire le modalità di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza».
Nel mondo della sanità le donne hanno una strada più facile o incontrano gli stessi ostacoli di altri ambiti?
«Le difficoltà ci sono e le registro tutte. Abbiamo deliberato, come Comitato centrale, di assegnare la delega all’equità tra generi a un uomo. Abbiamo ritenuto sia giusto che gli uomini facciano la loro parte. Deve partire da loro l’aiuto, il sostegno e la volontà affinché questa diversità, questo diverso trattamento tra generi sia definitivamente abbattuto. Se a occuparsi del tema è una donna, si afferma implicitamente che il problema è delle donne, che se lo devono risolvere e si pongono le premesse per un’azione di rivendicazione; che ad occuparsene sia un uomo è un modo per sensibilizzare coloro i quali nel tempo non hanno patito quello che le donne ancora patiscono. Io sono la prima presidente donna a più di 50 anni dalla istituzione delle Federazione nazionale dei Collegi dei tecnici di radiologia e poi, dal 2018, della Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP. Non è stato facile il percorso, ma ritengo che siamo in un momento storico in cui potremo raggiungere dei buoni traguardi e cercare di recuperare. Io spero tanto che ci sia presto un mondo dove vengano valorizzate le competenze senza più guardare al genere».
Redazione NurseTimes
Fonte: Sanità Informazione
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