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Tecnologia 5G, la rivoluzione che sta cambiando le cure mediche

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Tecnologia 5G, la rivoluzione che sta cambiando le cure mediche
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Ospedali e pazienti sempre più connessi in tempo reale. Al via i primi progetti di telemedicina e teleassistenza in Italia.

Recuperare le funzionalità dopo un ictus attraverso la realtà virtuale. Interagire con i neonati ospitati nelle incubatrici. Monitorare il periodo di convalescenza con dispositivi indossabili intelligenti. Questo è solo un assaggio di quanto promette la rete mobile di quinta generazione. È infatti l’assistenza sanitaria uno dei settori che più beneficerà della tecnologia 5G, eclissando i predecessori in almeno tre caratteristiche: capacità, latenza e personalizzazione. Con impatti positivi sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, i cui costi tendono a crescere a causa dell’aumento dell’età media della popolazione, ma anche dell’incidenza delle malattie croniche.

Con la telemedicina si potrebbero invece tenere sotto controllo da remoto i pazienti a rischio, perché con l’infrastruttura 5G è molto più facile e affidabile l’utilizzo di software di intelligenza artificiale che analizzano i dati dei pazienti in tempo reale. Sensori di salute, dispositivi indossabili, dispositivi connessi e algoritmi intelligenti basati su grandi set di dati non possono infatti dipendere dalla natura fragile delle reti 4G o dalla larghezza di banda domestica. Soprattutto quando si tratta di dispositivi elettronici collegati ai dati dei pazienti. Ecco perché la tecnologia 5G potrebbe essere un punto di svolta in ambito sanitario: non solo garantirà molta più banda e maggiore velocità rispetto a oggi, ma sarà in grado anche di gestire servizi molto più complessi.

Secondo uno studio di Market Research Future, il mercato della telemedicina dovrebbe crescere a un tasso annuale del 16,5% da qui al 2023. Inoltre, secondo gli esperti, la maggiore capacità di penetrazione del 5G rispetto alle attuali reti wireless consentirà di realizzare davvero la telechiurugia, grazie alla bassissima latenza. I primi a cimentarsi sono stati i cinesi, secondo fonti locali. Lo scorso gennaio un chirurgo ha rimosso il fegato di un animale da laboratorio a circa 50 chilometri di distanza, usando il robot da Vinci e la rete 5G. Poi, a marzo, il dottor Ling Zhipei, dell’ospedale Pla di Pechino, avrebbe eseguito un intervento chirurgico al cervello su un paziente a 3mila chilometri di distanza (la prima telechirurgia sull’uomo senza fili segnalata). «La rete 5G ha risolto problemi come il ritardo dell’immagine e del telecomando sperimentato con la rete 4G, garantendo un funzionamento quasi in tempo reale», aveva commentato il chirurgo.

In effetti il grande vantaggio della ridotta latenza è che limita la possibilità di errori e consente al chirurgo di lavorare come se fosse effettivamente presente nella stessa stanza. La tecnologia non solo migliora la chirurgia a distanza, ma apre anche la porta al trasferimento delle competenze, creando l’Internet of skills. E poi c’è il grande campo della diagnostica. La risonanza magnetica, la Pet e le altre tecniche di imaging generano file di grandi dimensioni: un problema, se devono essere inviate a uno specialista per una revisione o un teleconsulto. L’aggiunta di una rete 5G ad alta velocità alle architetture esistenti può aiutare a trasportare in modo rapido e affidabile enormi file di dati di immagini mediche, che possono migliorare sia l’accesso all’assistenza che la qualità dell’assistenza.

In Texas, presso l’Austin Cancer Center, l’introduzione della rete 5G ha permesso di trasmettere tanti dati da una parte all’altra della atta in tempo reale. «Eravamo abituati a ricevere i file dopo ore – afferma Jason Lindgren, Cio dell’Austin Cancer Center –. Ora, non appena il paziente termina l’esame, l’analisi diagnostica è già in corso».

E in Italia? Tra i primi servizi disponibili ci saranno proprio l’assistenza medica a domicilio e la telemedicina. Secondo l’Agenda digitale italiana, i servizi di e-Health vedranno infatti incrementare i finanziamenti pubblici da 2 a 7,8 miliardi di euro, per arrivare nel 2020 a un impegno complessivo stimato che sfiora i 10,2 miliardi.

Una prima sperimentazione di telemedicina per la diagnosi remota e il monitoraggio a di stanza dei parametri vitali dei pazienti onco-ematologici è stata avviata nel reparto di Ematologia e terapia cellulare dell’Ircss Giovanni Paolo II di Bari. Un modello di home care che riduce al minimo o elimina gli accessi in ospedale, realizzato insieme a Fastweb. E per i controlli è stata allestita un’unità mobile su un furgone attrezzato e connesso in 5G: gli infermieri portano a casa del paziente gli strumenti medici per le visite necessarie e poi, dal furgone stesso, trasmettono i risultati all’ospedale.

A Milano, Vodafone, insieme all’ospedale San Raffaele, Croce Rossa e Azienda regionale emergenza urgenza (Areu) è in sperimentazione un’ambulanza connessa 5G, dotata di smart glasses e intelligenza artificiale, pensata soprattutto per le persone colpite da ictus, per garantire loro il soccorso nel minor tempo possibile. La rete ultraveloce, infatti, permette un’interazione in tempo reale tra il medico in ospedale, il paziente e il soccorritore.

E sempre a Milano, per i pazienti affetti da scompenso cardiaco, Vodafone, con l’Istituto Humanitas, la startup L.I.F.E. e l’azienda tecnologica Exprivia Italtel, ha lanciato un progetto di Iomt (Internet of Medial Things) per monitorare lo stato di salute in tempo reale da casa, grazie al 5G e indumenti dotati di sensori continuamente attivi.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Sole 24 Ore

 

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