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Tariffa oraria per prestazioni aggiuntive in pronto soccorso, Opi Liguria: “Come è possibile non coinvolgere gli infermieri?”

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Coronavirus, con la fase 2 tornano ad affollarsi i pronto soccorso. Manca (Simeu): "30% di accessi in più"
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Di seguito una lettera inviata dal presidente di Opi La Spezia e del Coordinamento degli Ordini delle professioni infermieristiche della Liguria, Carmelo Gagliano, al governatore Giovanni Toti e all’assessore alla Sanità, Angelo Gratarola.

In questi giorni almeno due questioni sono apparse al Coordinamento degli Ordini delle professioni infermieristiche della Liguria meritevoli di alcune osservazioni. Prima di tutto la questione della tariffa oraria per prestazioni aggiuntive, al di fuori dell’orario di lavoro, dei medici di pronto soccorso a 100 euro l’ora. Ciò è contenuto nel Disegno di legge regionale numero 134: un provvedimento che riteniamo, come Ordini, sicuramente inevitabile e anche giusto, vista la grave carenza di medici nei pronto soccorso liguri.

Allo stesso tempo, visto che i pronto soccorso non sono costituiti solo da personale medico, ma hanno ad esempio la caratteristica di dover disporre di infermieri esperti, come è l’infermiere addetto al triage (in questo ruolo e con una precisa funzione è indicato sin dalle prime determine del ministero della Sanità del 1996), non riusciamo a comprendere come sia possibile non coinvolgere gli infermieri nei progetti incentivanti.

Esiste anche (e un sanitario come il nuovo assessore la conosce senza alcun dubbio) una Raccomandazione ministeriale di sicurezza (la numero 15) sui rischi delle valutazioni dei pazienti in sede di triage, a dimostrazione che quel ruolo (che è infermieristico, e di nessun altro) non può certo essere esercitato, come qualcuno vuole, dal primo che passa.

In risposta a chi ha chiesto come mai il provvedimento non sia stato esteso agli infermieri, il neo-assessore alla Sanità ha spiegato che esiste una graduatoria concorsuale con 2mila infermieri, e dunque si potrà risolvere con questo strumento. Siamo contenti che esista la graduatoria, ma ci pare una risposta un po’ ottimistica e un po’ fuori contesto. In primo luogo stiamo parlando di incentivare chi ha già una esperienza specifica in una attività complessa, e dunque chi è oggi in servizio. In secondo luogo, se questi nomi sono dentro una graduatoria, ma al momento non assunti, non vediamo come potrebbero compensare le carenze.

E’ poi l’occasione per ricordare che andrebbe estesa l’indennità di rischio infettivo a chi lavora in particolari contesti (pronto soccorso compresi), e che la carenza di professionisti è spesso trasversale a più settori. Dunque le richieste di riconoscimento per impegno aggiuntivo, oltre all’aspetto qui ricordato in quanto attuale, sono legittimamente rivendicabili anche da chi agisce in altri contesti.

Inoltre, sulla proposta di legge che Fratelli d’Italia porta in Commissione Sanità sul coinvolgimento dell’Ordine dei medici per interventi a favore di determinate patologie, ricordiamo che a livello ordinistico non ci sono solo i medici, e lo hanno dimostrato tutte le incombenze normative attribuite – anche senza sollecito da parte di questi enti sussidiari dello Stato – a tutti gli Ordini delle professioni sanitarie negli ultimi anni (dalle verifiche dei titoli professionali alle verifiche sulla osservanza di vari obblighi ai professionisti, ecc.).

Normative stringenti che non hanno mai fatto alcuna differenza fra i vari Ordini. Siamo certi di poter essere di aiuto agli assistiti anche noi, a livello di Ordine, visto che da qualsiasi parte si insiste nel voler rimarcare il valore del lavoro di squadra, in ogni settore e contesto delle nostre giornate di attività.

Redazione Nurse Times

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