I continui tagli alla Sanità pubblica hanno provocato una perdita di oltre 70.000 posti letto negli ultimi 10 anni.
L’attuale rapporto di 3,7 posti per mille abitanti è nettamente inferiore ai 6 posti letto francesi o agli 8 della Germania.
La denuncia è arrivata dal Smi, il sindacato dei medici italiani, riunitosi a Napoli per il congresso nazionale.
“Tra le ragioni di questo declino, i tagli selvaggi, l’aziendalizzazione, il decentramento, le privatizzazioni” – dice il segretario Pina Onotri. E aggiunge: “Le scelte politiche e amministrative in questo campo dovrebbero essere orientate non solo all’economia, ma soprattutto alla inviolabilità della dignità umana“.
I numeri parlano da soli, spiega lo Smi: “La riduzione dei posti letto con la crisi dei pronto soccorso e le scene da trincea sono solo la punta dell’iceberg. La realtà è che il lavoro in sanità è sempre più incerto.
Nel Ssn il ricorso al precariato è cresciuto tra il 2014 e il 2015 di circa 3.500 unità per complessivi 43.763 lavoratori, tra cui 9.500 medici, 1500 solo in Sicilia“.
E ancora: “Il blocco del turnover dura da 10 anni, regalandoci una gamma fantasiosa di contratti che vanno dalle partite iva, cococo, cocopro e bruciando un’intera generazione di professionisti: il pubblico impiego in generale, ha perso qualcosa come 10 miliardi di massa salariale l’anno“.
Durante il convegno inoltre è stato ricordato come in un futuro molto vicino, il pensionamento del personale sanitario, e il mancato rimpiazzo, (19.000 medici generalisti e 55.000 specialisti), porterà “alla scomparsa dei servizi sanitari per i cittadini“.
Il sindacato ha ribadito i dati dell’Euro Index Consumer Health, dove l’Italia è al 22mo posto su 35 Paesi: “un vero crollo di 11 posizioni in 10 anni“.
Simone Gussoni
Fonte: Ansa
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