Il gruppo di studenti di Infermieristica Cnai: noi non ci stiamo!
Gentile Direttore di Nurse Times,
Chi scrive è un Gruppo di Studenti in Infermieristica di Lecce, frequentanti il primo anno di Università e iscritti alla CNAI – Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermiere/I, indignati e delusi dalle recenti azioni adottate dalla Giunta regionale del Veneto e da quelle paventate dalla Giunta regionale Pugliese, in merito alla scelta di conferire all’O.S.S. competenze infermieristiche.
Andiamo con Ordine.
Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha approvato ciò che è stata definita come “la svolta” in campo assistenziale. Parliamo della Delibera della G.R. n.305 del 16 marzo 2021, con la quale si attiva la “Formazione complementare in assistenza sanitaria” riservata alla figura dell’Oss (Operatore socio-sanitario).
Perché è stato scelto questo tipo di formazione “clandestina”?
Lo spiega lo stesso Zaia dichiarando: “mancano gli Infermieri, prepariamo gli OSS e li mettiamo al loro posto, tanto chi ci dirà che è sbagliato?”.
Verrebbe spontaneo rispondere: “solo tutti noi studenti di infermieristica che studiamo presso i diversi corsi di laurea distribuiti su 42 atenei in tutta Italia”.
Prima del Veneto anche la Regione Puglia sta agendo per la nuova formazione OSS, per fabbricare nuovi “infermieri senza laurea” e permettergli di svolgere tutte quelle PROCEDURE INFERMIERISTICHE che, come sappiamo, sono di natura prettamente infermieristica e possono ledere la persona se non effettuate secondo “COMPETENZA E CONOSCENZA.
Tra le varie, ricordiamo:
- Medicazione della gastrostomia stabilizzata;
- Aspirazione delle secrezioni oro-faringee e naso-faringee;
- Aspirazione delle secrezioni del paziente con tracheostomia stabilizzata;
- Somministra terapie per via intramuscolare e\o sottocutanea;
- Somministra farmaci per via inalatoria, orale o sublinguale;
Insomma, tutto quel che riguarda attiene alcune aree di attività, anche legate ai fondamenti dell’assistenza, oltre a procedure proprie dell’infermiere è stato dislocato e trapiantato al gemello appena creato: l’OSS-FC del modello Veneto o Puglia!
Ma noi studenti non ci stiamo!
Da studenti possiamo solo chiederci se abbiamo sbagliato la scelta per diventare ciò per cui siamo nati.
SOLO IL CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA FORNISCE LE COMPETENZE NECESSARIE PER ESSERE INFERMIERE.
A questo punto ci chiediamo: cosa fa un infermiere?
Un salto assurdo nel passato, in un tempo in cui l’assistenza si effettuava esclusivamente sul corpo della persona e non sulla persona.
L’infermieristica è una scienza, una disciplina autonoma, e in quanto tale va trattata. Non si tratta di mettere in atto procedure e compiti, ma abbinare competenze culturali, scientifiche, tecniche, pensiero critico, decisioni e azioni, oltre a competenze relazionali ed di empatia verso la persona che assistiamo.
Durante ogni lezione, ogni esame, ogni ora di attività professionalizzante e tirocinio, il messaggio implicito di professori e tutor ricade sempre sui concetti di RESPONSABILITA’ E COMPETENZA.
La competenza è la base dell’infermiere, ma la responsabilità lo eleva. È per noi inconcepibile la nascita di una figura in grado di annientare un percorso fatto di studio, volontà, sacrifici, crescita e soddisfazioni.
Questa figura è un insulto all’ESSERE INFERMIERE (nulla togliendo all’importantissimo e fondamentale ruolo in Equipe dell’Oss) ed all’avanzamento di una professione che ha dovuto combattere faticosamente per arrivare dove oggi è.
Basti pensare alla Legge 26 febbraio 1999 n.42, grazie alla quale l’infermiere è stato denominato “PROFESSIONISTA SANITARIO”, rispetto alla definizione del mansionario che ergeva la professione infermieristica come “ausiliare” oppure il Profilo professionale (DM 739/1994), il quale cita: “l’infermiere è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale, è responsabile dell’assistenza generale infermieristica”.
A seguire quindi, l’infermiere diventa un professionista sanitario e come tale acquisisce responsabilità giuridica di natura penale, civile e disciplinare.
In particolare il comma 2 dell’Articolo 1, afferma che “l’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa, è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria” ed il comma 3 dell’Articolo 1, afferma che “l’infermiere partecipa all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività” e viene in riconosciuta la capacità esclusiva dell’infermiere di identificare i bisogni di assistenza infermieristica.
Se tutto questo non ha importanza per coloro che hanno scelto di sminuire questa professione, lo è per noi studenti di infermieristica del Polo di Lecce che abbiamo grande rispetto per il lavoro di coloro che ci hanno ispirato. Lo è per tutti gli studenti che sono all’ultimo anno e che tra pochi mesi dovranno indossare quella divisa bianca giornalmente e sperare di continuare ad essere quello per cui hanno passato notti insonni. Lo è per gli studenti di primo anno che probabilmente sceglieranno di rinunciare agli studi perché, infondo: “con un attestato di 300 ore posso farlo comunque l’infermiere” e lo è per quelli di secondo che hanno perso o perderanno la motivazione. Se non è importante per coloro a cui fa comodo pagare meno gli stipendi, lo è per coloro che al denaro non hanno dato ascolto.
Lo è per coloro che hanno scelto di aiutare, di esserci, proprio come cita un punto del “Patto InfermiereCittadino”: “STARTI VICINO quando soffri, quando hai paura, quando la medicina e la tecnica non bastano”.
NOI, STUDENTI DI INFERMIERISTICA, CI RIBELLIAMO
Ci ribelliamo alla scelta di sostituirci e sostituire coloro che sono già infermieri; alla possibilità di essere dimenticati ed al pensiero di esserci formati invano; alla paura, ad un mondo che non è fatto solo di moneta.
E ci appelliamo scienza e alla coscienza: padrona di scelte consapevoli. Ci appelliamo alla consapevolezza che ogni figura ha il proprio ruolo e che ognuna ha le proprie competenze.
È inammissibile credere che un corso aggiuntivo di 400 ore (tale è quello promosso dalla regione Veneto) possa fornire le competenze infermieristiche che noi studenti acquisiamo in anni di studi e tirocinio.
Durante il nostro corso di studio Universitario ci viene spiegato che l’infermieristica è una scienza e, come tale, deve essere fondata su basi solide, le quali non possono essere raggiunte con il tempo e le ore stabilite per l’aggiornamento O.S.S..
Quindi una domanda sorge spontanea: Se gli O.S.S. saranno i nuovi infermieri, gli infermieri saranno i nuovi medici?
Gli infermieri vogliono rimanere infermieri ma poter esercitare, attraverso livelli di abilitazione differenziata, arrivando al completamento degli ambiti ambiti di esercizio professionale: dai fondamenti dell’assistenza, all’assistenza infermieristica generalista, alle competenze specialistiche, alle competenze avanzate, e all’abilitazione alla prescrizione, in linea con il Consiglio Internazionale degli Infermieri (ICN).
Con questo grido di speranza in un cambiamento, noi studenti di Lecce, sollecitiamo gli studenti di tutte le sedi a farsi ascoltare e chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore questa professione di appellarsi, ove possibile, e rammentare le motivazioni che hanno condotto ad una scelta comune: ESSERE INFERMIERE.
Nonostante la PANDEMIA da COVID-19, dobbiamo ancora capire che la SALUTE è una cosa SERIA?
CNAI Studenti, Il Gruppo di Studenti di Infermieristica
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