La vicenda del bando rivolto solo agli iscritti foggiani è diventata una delle tre domande che abbiamo rivolto al magnifico Rettore. Ma l’ufficio stampa chiarisce: “Per la natura del bando, solo il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera può chiarire”
FOGGIA – Il primo tentativo non ha sortito gli esiti sperati. Avevamo rivolto tre domande al magnifico Rettore dell’Università di Foggia per conoscere il suo punto di vista si una vicenda per certo aspetti anche stucchevole che vede, protagonisti, loro malgrado gli studenti della Bat iscritti al corso di laurea in infermieristica dell’Università di Foggia.
Tutto ruota attorno a un bando con il quale gli Ospedali Riuniti di Foggia e l’Università del capoluogo dauno hanno previsto una borsa di studio alla quale possono accedere solo gli studenti foggiani del corso di laurea in infermieristica, escludendo quelli appartenenti al polo formativo di Barletta. Questione che abbiamo sollevato al magnifico Rettore chiedendoci e chiedendo al numero uno dell’università foggiana se quell’esclusione non fosse discriminante nei confronti degli studenti del polo di Barletta, confinati in un “ghetto”, che diventa ideologico.
E sempre al magnifico Rettore abbiamo chiesto (girando anche in questo caso un quesito di un infermiere degli Ospedali Riuniti di Foggia) di conoscere la tracciabilità dei fondi nella disponibilità dell’Azienda per finanziare la borsa di studio e il corso di formazione di dieci ore che l’Università ha convenuto. In quel bando, inoltre, si individua la cosiddetta figura di “collaboratore di sala”, che comporterebbe inevitabilmente la modifica dell’assetto organizzativo del servizio pubblico di pronto soccorso, con la concreta possibilità di determinare dannose conseguenze alla qualità della prestazione finale resa in favore dell’utenza.
Anche su questo punto abbiamo sollecitato il magnifico Rettore per sapere se esistono coperture assicurative per la responsabilità civile per eventuali danni provocati dal “collaboratore di sala”.
Come detto, però, il nostro tentativo non ha avuto gli esiti sperati, perché in maniera cordiale dall’ufficio stampa dell’Università di Foggia, che abbiamo contattato e al quale abbiamo girato le nostre domande, ci è stato risposto che “per la natura del bando e per la forma amministrativa, quindi per come è stato strutturato, l’unico che può rispondere a quelle domande, avendone pieno titolo, è il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera universitaria Ospedali Riuniti, dottor Antonio Pedota”.
Ovviamente, al netto del ringraziamento che rivolgiamo all’ufficio stampa dell’Università di Foggia, accogliamo la risposta e il suggerimento al tempo stesso. Provvederemo nei prossimi giorni ad inoltrare quelle tre domande al dottor Pedota e all’ufficio stampa degli Ospedali Riuniti, sicuri di ottenere risposta e chiarimenti su quel bando che qualche perplessità la solleva.
Così come ci piacerebbe conoscere la posizione, sulla vicenda, del Collegio Ipasvi della provincia di Foggia, perché il silenzio spesso fa più rumore di una risposta cordiale.
Salvatore Petrarolo
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