Condividiamo la lettera ricca di significato scritta da un medico del 118 pubblicata dalla pagina dell’Associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”.
“Gent.ma Associazione NTI,
Sono un medico campano in servizio presso l’area Emergenza/urgenza, da tempo vi seguo, seguo la vostra pagina e sono stato vittima diverse volte, nei miei 19 anni di servizio ,, di aggressioni verbali e qualche volta anche fisiche.
Il rumore di quegli schiaffi lo porto dentro, esattamente come quando indosso la divisa e alle mie pech sono incise le “pessime parole” con cui più e più volte sono stato “accolto” in strada o a casa di pazienti.
C’è da dire che spesso mi sono imbattuto in persone gentilissime, piene di buon senso e comprensione, verso il lavoro che ogni giorno svolgiamo e anche nei giorni di smonto o riposo lo portiamo sempre dentro. Si, il nostro lavoro lo portiamo dentro 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno, ma io mi ritrovo ogni giorno ad indossare quella “tutina” da “super eroe” e vivo il disagio di una civiltà incivile, di persone che fanno “spalluccia” di quel disagio che porto dentro di me, sia psicologicamente che fisicamente.
Vado via, ho accettato incarico in altra unità operativa e porto con me un bagaglio ricco di dolcezza, esperienza ma anche di tanta amarezza.
Mi domando chi prenderà il mio posto? Chi continuerà questo servizio? Pur sapendo che altri miei colleghi condividono il mio stesso disagio ed hanno le mie stesse intenzioni…
In bocca al lupo a voi che forse siete più eroi di me, che ho fallito per non aver portato a termine la mia “missione”.
Distinti saluti.
Anonimo che ha appeso la divisa a cui era tanto affezionato. “
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