Roma, 8 marzo – “La scuola in presenza, nelle zone rosse, va garantita anche ai figli del personale sanitario. La categoria degli infermieri, che è costituita in larga parte da donne, infatti; non può trovarsi di fronte al vicolo cieco di dover continuare a lavorare al servizio della collettività nella lotta al Covid e vedersi costretta ad abbandonare i propri figli minorenni a casa”.
E’ l’appello che il Nursind lancia al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri dell’Istruzione e della Salute Patrizio Bianchi e Roberto Speranza proprio nel giorno della ricorrenza dell’8 marzo.
“Mentre le più alte cariche istituzionali sottolineano la necessità di portare anche in Italia la parità di genere al livello della media europea – evidenzia Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato -; siamo costretti a denunciare l’ennesimo scollamento tra le belle parole e la cruda realtà dei fatti.
Condividiamo e sosteniamo la richiesta d’aiuto che si sta levando in queste ore da parte delle infermiere madri che vivono in zona rossa. Chiediamo, quindi, al governo, un intervento tempestivo che allarghi anche ai figli del personale sanitario il perimetro delle categorie escluse dalla Dad”.
Ultimi articoli pubblicati
- Embolia polmonare in gravidanza, eccezionale intervento salva madre e figlia alla CDSS di Torino
- Endometriosi: la malattia che non si “vede”. L’esperienza diretta di un’infermiera che ha deciso di aiutare le donne
- Attacchi cardiaci: speranze di rapida guarigione con nuova terapia cellulare
- Nursing Up a Bertolaso: “Lombardia diventi esempio da seguire. Uniamo le forze per uscire dall’emergenza infermieristica”
- Giovanni Grasso (Opi Arezzo) riceve il Leone d’Oro al Merito Professionale
Lascia un commento