Tra gli undici indagati finiti agli arresti domiciliari per lo scandalo pompe funebri a Capaccio Paestum c’è anche l’infermiere di Eboli Michele Montefusco.
L’infermiere 45enne sarebbe tra i collaboratori di Roberto Squecco, il noto imprenditore di Capaccio Paestum che era stato accusato di di intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, auto-riciclaggio, peculato, abuso d’ufficio e falso, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Tutto è cominciato dopo il voto amministrativo per l’elezione del sindaco di Capaccio Paestum del 9 giugno 2019, Franco Alfieri (totalmente estraneo alla vicenda), quando erano stati denunciati alcuni episodi di utilizzo improprio di mezzi di soccorso del 118 che avevano inscenato un carosello tra le strade della cittadina per festeggiare il risultato elettorale.
Gli approfondimenti investigativi della polizia e dei magistrati hanno permesso di raccogliere evidenze probatorie per indagare Roberto Squecco quale gestore di fatto di tutte le associazioni che operavano nel settore del trasporto infermi e delle collegate società di onoranze funebri. Per Squecco si sono aperte le porte del carcere, ai domiciliari altre dieci persone tra suoi parenti e collaboratori.
Nell’ambito di questa attività d’indagine, già dall’ottobre 2019 sono stati eseguiti, nei confronti di Squecco e di alcuni suoi prestanome, sequestri preventivi di alcune società ed associazioni, operanti nel settore del trasporto e soccorso infermi in convenzione con l’Asl di Salerno e delle onoranze funebri. Sono stati, inoltre, sottoposti a sequestro conti correnti e rapporti bancari sui quali erano stati rintracciati movimenti di danaro pari a circa mezzo milione.
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Fonti: salerno.occhionotizie.it; corrieredelmezzogiorno.corriere.it
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