A essere colpiti dalla scabbia sono soprattutto bambini e anziani.
“Negli ultimi anni c’è la tendenza a una crescita dei casi di scabbia, e il motivo non lo sappiamo. I diversi casi registrati a Roma riguardano gli asili nido, un setting che favorisce la diffusione dell’acaro, però episodi si sono verificati anche tra adulti, in Rsa e reparti ospedalieri”. A fare il punto sull’aumento dei casi di scabbia nella capitale è Enrico Di Rosa, direttore del Sisp-Servizio Igiene e sanità pubblica dell’Asl Roma 1.
“Non è un fenomeno solo italiano – chiarisce all’Adnkronos Salute -. Anche in Europa c’è una tendenza all’aumento dei casi di scabbia. Però vediamo che si sta caratterizzando come una malattia che può colpire tutti”. Può essere legata anche al cambiamento climatico? “E’ un’ipotesi, ma non c’è una causa unica. E soprattutto non è più una malattia collegata alle condizioni di indigenza, oggi può colpire tutti”.
A essere colpiti sono soprattutto i bambini, ma anche gli anziani, in particolare gli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa). A far paura sono però i dati sulla sua diffusione della scabbia nella capitale, aumentata del 30% nel giro di un anno.
“I casi di scabbia in aumento sono spesso legati a una sottovalutazione del problema e alla scarsa aderenza alla terapia – spiega Sabrina Erculei, dermatologa clinica dell’Idi (Istituto dermopatico dell’Immacolata) di Roma -. Ci sono famiglie che non rinunciano a mandare il figlio a scuola anche se ha prurito. Così i contagi aumentano e il problema ritorna”.
La scabbia è un’infestazione dovuta a un acaro parassita. La fonte più comune di trasmissione è il contatto diretto e prolungato con un soggetto già infetto. Occorrono da 15 a 20 minuti di contatto perché si verifichi la trasmissione.
Cosa fare in caso di prurito? “Prima di tutto – risponde Di Rosa – bisogna accettare la situazione con serenità, le persone rimangono colpite quando scoprono di avere la scabbia, ma invece si deve stare tranquilli ed affrontare la situazione. La cosa più importante è che tutti quelli che sono stati vicini a una persona contagiata devono fare il trattamento nello stesso momento: si usano unguenti acaricidi che vanno prescritti dal medico”.
Conclude Di Rosa: “Si deve porre attenzione anche al nucleo familiare e alle procedure di igiene della biancheria, con un lavaggio in lavatrice a 50 gradi per dieci minuti: una procedura che uccide l’acaro della scabbia. Dopo 48 ore dal trattamento la persona è guarita. Può continuare ad avere il prurito, ma non deve preoccuparsi”.
Redazione Nurse Times
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