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Sardegna, al vaglio una proposta di legge per l’assistenza sanitaria di base ai senzatetto

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Sardegna, al vaglio una proposta di legge per l'assistenza sanitaria di base ai senzatetto
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La consigliera Desirè Manca, prima firmataria del documento: “Il testo prevede anche la possibilità di aderire ai programmi di prevenzione e screening”.

«Un atto di buon senso e senza colori politici». Così la consigliera regionale Desirè Manca definisce ai microfoni di Sanità Informazione il documento di cui è prima firmataria: una proposta di legge per garantire l’assistenza sanitaria di base ai senzatetto in Sardegna. A oggi, infatti, è preclusa ai soggetti senza fissa dimora l’iscrizione nelle liste dei medici di medicina generale. Di conseguenza è negata loro, tra le altre cose, l’inclusione nei programmi di prevenzione e screening, con l’intero carico assistenziale delegato ai pronto soccorso, ovviamente solo in caso di emergenze.

«Questa proposta di legge nasce da vari incontri con le associazioni che aiutano i cosiddetti “ultimi”, i più vulnerabili – spiega Manca –, durante i quali ci siamo resi conto di come qualcosa che tendevamo a dare per scontato, cioè l’assistenza medica di base anche ai senzatetto, in realtà non sia prevista, perlomeno in Sardegna. Da qui l’esigenza di proporre un testo di legge, composto da quattro articoli, che non prevede nessun tipo di costo aggiuntivo per le casse della Regione e finalizzato a garantire a tutti i senzatetto la possibilità di avvalersi di un’assistenza sanitaria e di aderire anche ai programmi di prevenzione e screening. Abbiamo presentato la proposta in Consiglio regionale e ci auguriamo che sia calendarizzata subito, all’inizio del nuovo anno, in Commissione Sanità, per poi trovare la possibilità di essere accolta da tutti i gruppi politici».

Continua la consigliera: «L’iscrizione e la relativa assegnazione del medico di base avverrebbe per il tramite dei servizi sociali e delle associazioni che seguono già queste persone nei vari territori della regione. Il 60% dei senza fissa dimora sono stranieri, ma abbiamo riscontrato la presenza di italiani, quindi sardi, a seguito di vicissitudini finanziarie e/o familiari. Molti di loro sono padri separati che vivono in automobile, perché non hanno la possibilità di pagarsi una dimora».

E proprio i padri separati in difficoltà sono destinatari di un’ulteriore proposta di legge in Sardegna, già presentata in Consiglio regionale. «Confrontandoci con le associazioni di padri separati – conclude Manca –, ci siamo resi conto della necessità di istituire delle “case dei papà”, ossia alloggi a uso transitorio che possano accogliere queste persone in modo dignitoso».

Redazione Nurse Times

Fonte: Sanità Informazione

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