Notizie di provvedimenti nei confronti di infermieri, medici e oss che rifiutano il vaccino anti-Covid arrivano da Valle d’Aosta, Avellino e Friuli.
Valle d’Aosta – “Ad oggi risultano complessivamente 52 dipendenti che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale, che non hanno presentato la certificazione di esenzione e che non hanno inviato all’Usl alcun riscontro. A partire da domani, anche in esito alla valutazione dell’impatto sull’organizzazione e l’attività delle strutture e dei servizi, saranno adottate le deliberazioni di sospensione, che verranno notificate agli interessati”. Lo ha comunicato in una nota l’Usl della Valle d’Aosta, precisando che “tra i 52 dipendenti in situazione di inadempienza vi sono un medico, 22 infermieri, 12 operatori sociosanitari, 5 tecnici sanitari di radiologia, 12 appartenenti ad altre professionalità sanitarie”.
E ancora: “E’ in fase di istituzione una commissione per la verifica dei certificati di esenzione dalla vaccinazione, che sarà composta da un medico del lavoro, un medico esperto in risk management e un medico clinico allergologo. Successivamente saranno valutate anche le posizioni dei dipendenti che, pur avendo già fissato una prenotazione, non si sono presentati nella data stabilita”.
Avellino – Sarebbero meno di dieci i dipendenti di Asl e Azienda ospedaliera “Moscati” di Avellino non vaccinati per i quali è stata sostanzialmente chiusa la procedura che prevede la sospensione dal servizio, e dallo stipendio, fino al 31 dicembre prossimo. La dg della Asl, Maria Morgante, aveva avviato l’iter circa un mese fa nei confronti di oltre 70 operatori sanitari, medici, infermieri, oss in servizio nelle strutture ospedaliere della provincia.
Buona parte degli “inquisiti” che non risultavano vaccinati ha deciso di procedere alla immunizzazione, mentre 12 altri operatori, residenti in altre province, sono stati segnalati alla Asl di competenza. I provvedimenti nei confronti di chi non ha motivato la mancata vaccinazione, obbligatoria per legge per i dipendenti delle strutture sanitarie pubbliche e private, saranno adottati da un atto deliberativo dei vertici della Asl irpina nelle prossimo ore.
Friuli Venezia Giulia – Lo stop all’esercizio della professione per altri 46 infermieri della provincia di Pordenone che rifiutano il vaccino è stato deliberato dal Consiglio straordinario del loro Ordine professionale. Sono dipendenti dell’Azienda sanitaria, di case di riposo e di altre strutture private, e si aggiungono ai 70 già fermati nei mesi scorsi, sempre nel Pordenonese. Nei prossimi giorni arriveranno altre dieci sospensioni.
“Non sono tutti no vax: una buona parte è gente impaurita che ha bisogno di essere rassicurata”, fanno sapere i vertici di Opi Pordenone, aggiungendo che continueranno con le azioni di convincimento, nella speranza che, come già accaduto per una ventina dei primi sospesi, vadano a vaccinarsi e tornino in servizio. Lo stesso Ordine degli infermiere non nasconde tuttavia l’amarezza per la situazione e, come già i sindacati, la preoccupazione per le ricadute soprattutto sulle case di riposo, dove la carenza di personale è a livelli di allarme.
Altri nominativi si attendono anche all’Ordine dei medici di Pordenone, che ha già sospeso 12 iscritti. L’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale resta così la più avanti nell’iter imposto dalla nuova normativa sull’obbligo vaccinale per i sanitari. Numeri più bassi a Udine, così come a Trieste e Gorizia, dove nei giorni scorsi è arrivato il primo stop per otto tra infermieri e oss. “E’ una emergenza nell’emergenza, che mette ulteriormente in crisi un sistema sanitario già in forte difficoltà”, commenta il presidente della Federazione regionale degli Ordini dei medici, Guido Lucchini, invocando un senso di responsabilità dei propri iscritti affinché si vaccinino.
Redazione Nurse Times
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