I sindacati rappresentativi di medici e infermieri esprimono il loro disappunto a margine di una riunione con l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese, e il direttore del Dipartimento, Vito Montanaro.
La delibera adottata qualche giorno fa dalla Regione Puglia, che subordina a un’autorizzazione della Giunta le assunzioni e le progressioni di carriera, non piace agli operatori sanitari, da anni impegnati a combattere precariato e condizioni di lavoro non sempre ottimali. Il loro disappunto è stato espresso chiaramente nel corso di una riunione tra i sindacati che li rappresentano, l’assessore alla Sanità, Rocco Palese, e il direttore del Dipartimento, Vito Montanaro.
La posizione della Federazione Cimo-Fesmed
“Abbiamo espresso tutta la nostra contrarietà a un provvedimento che non solo limita l’autonomia delle aziende sanitarie, consentendo alla politica di entrare a gamba tesa su questioni regolate dai contratti, ma complica enormemente anche l’affidamento degli incarichi professionali e gestionali dei professionisti, incentivando ancor di più la fuga di personale. Per questo siamo pronti a impugnare la delibera”. Così Arturo Oliva, presidente regionale del sindacato medico Federazione Cimo-Fesmed, che riunisce le sigle Anpo-Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed.
“Già adesso – prosegue – gli incarichi in Puglia non vengono affidati. Da un’indagine promossa dalla Federazione Cimo-Fesmed è emerso che i fondi di posizione della dirigenza medica e sanitaria, destinati a retribuire gli incarichi, vengono in realtà utilizzati dalle aziende per ripianare i disavanzi registrati nei fondi di disagio. Gli incarichi non vengono affidati, in modo da poter utilizzare le risorse del fondo di posizione per ridurre il saldo negativo del fondo di disagio”.
E ancora: “In altre parole, il lavoro aggiuntivo dei medici è finanziato non con risorse aziendali aggiuntive, ma non i fondi degli stessi medici. Nonostante questo, nei bilanci delle aziende sanitarie pugliesi risultano oltre 40 milioni di residui contrattuali relativi al 2020 e al 2021. Si tratta di un tesoretto derivante dal non completo utilizzo dei fondi contrattuali, che andrebbe riversato integralmente nelle buste paga dei professionisti nel corso dell’anno successivo. Questo tuttavia non avviene, e i medici e dirigenti sanitari attendono per anni di avere risorse che spettano loro di diritto”.
Conclude Oliva: “Ora, oltre al danno la beffa. Il contenimento della spesa non può essere raggiunto a scapito dei professionisti che tengono in piedi un sistema sanitario regionale traballante. La spesa si ottimizza indicendo apposite gare per l’assegnazione degli appalti dei dispositivi medici e razionalizzando la spesa farmaceutica. Di certo non commissariando le aziende e penalizzando medici e professionisti sanitari”.
La posizione di Anaao-Assomed
Stessa linea da parte di Anaao-Assomed Puglia, che annuncia la sospensione delle interlocuzioni con la Regione Puglia se non ci sarà un passo indietro sui provvedimenti assunti e un vero tavolo di confronto. “Se la delibera 412 del 28 marzo 2023 non sarà ritirata o rettificata, ci troveremo costretti a sospendere qualsiasi incontro con la Regione Puglia – dichiara il segretario regionale Angelo Mita -. Si tratta di una delibera illegittima, perché interviene su dinamiche strettamente contrattuali, coinvolgendo fondi di natura contrattuale e non regionali. Ci troviamo costretti a sospendere qualsiasi incontro che, a seguito di quanto verificatosi, si preannuncerebbe solo formale, riservandoci di far valere i nostri diritti in altre sedi qualora non venga rettificata e non venga aperto un autentico tavolo di confronto con le sigle sindacali”.
La posizione di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Nursind e Nursing Up
“Se dalla Regione non arriverà nessuna risposta in merito al piano di riqualificazione e razionalizzazione della spesa sanitaria, sarà mobilitazione. Sebbene si riconosca il ruolo di controllo quale prerogativa della Regione rispetto alla spesa sanitaria,da tempo richiesta dalle oraganizzazioni sindacali, la risposte pervenute al tavolo sono risultate tardive e poco convincenti, soprattutto perché impattano fortemente anche su temi e questioni aperte da tempo”. Lo affermano unitariamente le segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Nursind e Nursing Up, a margine dell’incontro con Palese e Montanaro.
“In particolare – precisano – resta immutata la situazione in merito a: piano delle liste d’attesa e tariffe delle prestazioni aggiuntive; piano di riordino della spesa sanitaria e contestuale blocco delle assunzioni e degli incarichi di struttura (che sono materia di contrattazione aziendale); blocco delle stabilizzazioni; pre-intese contrattuali per le strutture ex art. 26 e applicazione della Delibera 1490/2022; blocco della spesa delle sanità service e mancati pagamenti del premio covid ai dipendenti; mancato pagamento del premio covid ai dipendenti del 118 e ai medici specializzandi; mancato completamento dell’internalizzazione del personale del 118 e avvio dei concorsi ex art. 13 Decreto Bollette”.
E ancora: “Tutto questo si inserisce in un contesto di grande preoccupazione per la tenuta dei servizi e per l’erogazione delle prestazioni. Ci saremmo aspettati da subito un calendario di incontri monotematici, che come sempre è stato invece rinviato a momenti successivi. Noi invece non possiamo più aspettare. Il personale delle aziende sanitarie pugliesi, delle Sanità Service e il personale autista del 118, già stremati da oltre due anni di pandemia, non possono continuare a pagare sprechi e cattive gestioni di cui non hanno colpe”.
Concludendo: “Le pesanti politiche di tagli e il piano di rientro imposto dal Governo nazionale non possono essere pagati dai lavoratori e dai cittadini. Per questo, unitariamente con tutte le organizzazioni sindacali firmatarie del comparto e della dirigenza, lanciamo una grande mobilitazione, che si concluderà il 15 giugno con una manifestazione regionale di tutto il personale della sanità pubblica e delle sanitaservice pugliesi”.
Redazione Nurse Times
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