Giannoni: “La spesa farmaceutica pesa sui bilanci delle Asl e non si trovano le risorse per adeguare stipendi e indennità. Ma intanto le responsabilità sono aumentate per disposizioni nazionali”.
“Dopo 10 anni di stallo, il contratto nazionale del comparto sanità resta in lista d’attesa, ostaggio del braccio di ferro tra Regioni e Governo. Siamo al limite: andiamo verso la mobilitazione del personale”. A preannunciare lo sciopero è Giampaolo Giannoni, responsabile del sindacato autonomo degli infermieri Nursind per la Toscana.
“Negli scorsi giorni – sottolinea Giannoni – sono stati fatti importanti passi avanti per il rinnovo del contratto nazionale della funzione pubblica, ma sul fronte sanità il blocco resta. Il Governo chiede a Regioni e enti locali di finanziare gli aumenti contrattuali con i propri bilanci, tutt’altro che rosei. La stessa Regione Toscana ha chiesto alle Asl di rientrare sulla spesa farmaceutica, sottraendo risorse fondamentali per l’adeguamento di stipendi e indennità. Eppure, sotto il profilo delle responsabilità professionale, gli infermieri sono stati equiparati ai medici, con la legge 24/2017 e il relativo obbligo a proprie spese di copertura assicurativa e la legge di riordino delle professioni sanitarie (Ddl Lorenzin). Per contro, la legge di bilancio 2018 non ha provveduto a finanziare la retribuzione individuale di anzianità, come avvenuto invece per la dirigenza medica, e resta irrisolta la questione dell’ex indennità infermieristica”.
Il responsabile regionale Nursind prosegue nel proprio attacco: “L’impianto contrattuale proposto non valorizza in nessun modo la professione dell’infermiere, su cui continuano a pesare l’aumento delle cronicità, dei pazienti non autosufficienti, l’apertura dei servizi sanitari nelle 24 ore e il taglio continuo delle dotazioni organiche. In questa situazione diventa sempre più difficile garantire i livelli assistenziali. Riusciamo a malapena a garantire il turnover, lavorando sempre in condizioni di emergenza e senza veder decollare nuovi servizi come le cure intermedie. A fronte di ciò, abbiamo anzi ricevuto l’inaccettabile richiesta di derogare alla normativa europea sull’orario di lavoro per sospendere i riposi obbligatori. In queste condizioni diventa difficile anche pensare di tornare al tavolo delle trattative”.
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