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Sanità Calabria, presentata una proposta di legge salva-precari

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La denuncia del Nursind:”Oltre 1.000 infermieri a partita Iva nelle aziende sanitarie pubbliche siciliane”
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L’iniziativa punta a salvaguardare il posto di mille lavoratori con contratto in scadenza il 31 dicembre.

Giornata fitta di impegni, quella di ieri, per la terza Commissione consiliare della Regione Calabria. Tra le varie iniziative sul tavolo, il via libera a un progetto di legge per regolare le attività delle farmacie sul territorio e una proposta di legge per istituire interventi mirati di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli.

L’organismo ha inoltre valutato la necessità che nei pronto soccorso ospedalieri sia istituita la figura dello psicologo, sia per i casi di violenza inquadrabili come “codice rosa” che per il supporto agli operatori sanitari nell’impatto con i parenti di chi è in pericolo di vita. Era anche in programma un invito a Saverio Cotticelli, commissario straordinario per l’attuazione del Piano di rientro della sanità, sulla questione dei precari del settore, audizione non espletata per l’assenza dello stesso commissario.

“Ieri e oggi – hanno affermato in una dichiarazione congiunta il presidente della Commissione, Michele Mirabello, e il vicepresidente Baldo Espositoabbiano incontrato, a Catanzaro e qui a Reggio Calabria, le rappresentanze dei lavoratori precari della sanità calabrese, in scadenza di contratto il prossimo 31 dicembre 2019. Si tratta di mille lavoratori che rischiano il posto di lavoro, con gravissimo nocumento per i servizi ospedalieri, finora garantiti dalla loro presenza nei reparti e sul territorio. La cronica carenza di personale, aggravata ancor più dall’entrata in vigore delle nuove norme pensionistiche rischia di far deflagrare una situazione che ha raggiunto ormai limiti davvero pericolosi”.

Mirabello ed Esposito ha quindi annunciato: “Abbiamo depositato una proposta di legge che sottoporremo anche all’attenzione del generale Cotticelli e che intendiamo portare urgentemente alla prima seduta utile della Commissione per l’immediata e successiva approvazione del Consiglio regionale. Con questa iniziativa, nelle more di un urgente confronto col ministro della Salute e con l’auspicio di una rapida modifica del Decreto Calabria, intendiamo garantire la permanenza in servizio dei precari della sanità calabrese, salvaguardando così il loro lavoro, e garantire anche, grazie al loro impegno e alla loro professionalità, l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria per tutti i calabresi”.

Su questa proposta di legge va segnalato il commento del consigliere Fausto Orsomarso, rilasciato al Corriere della Calabria: “Bene la proposta passata in Commissione Sanità per garantire la permanenza in servizio dei precari. In questa terra, dopo anni di sacrificio con il turnover bloccato, c’è la necessità di programmare assunzioni di medici e operatori sanitari. Ribadisco ‘assunzioni’, perché per oltre 25 anni tanti e troppi servizi sono stati esternalizzati, producendo risparmi che, oltre a essere pagati dai lavoratori in termini di remunerazione e mansioni, non hanno migliorato la qualità del servizio, né la serenità nell’ambiente di lavoro”.

Prosegue Orsomarso: “Nelle prossime ore altri 92 lavoratori, che sono andato a trovare sul tetto dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, vivono il dramma professionale e familiare di una lettera di licenziamento ricevuta dall’azienda appaltatrice del servizio. Il generale Cotticelli, che aveva già concesso una proroga di due mesi, si è detto giustamente fermo nel non voler cedere al ricatto di chi, lucrando sulla pelle dei lavoratori, minaccia licenziamenti, nella speranza di ulteriori proroghe, che non possono essere concesse”.

E ancora: “Ritengo ci siano due questioni su cui i Governi regionale e nazionale debbano intervenire, guardando a questi lavoratori e alle loro famiglie, che non possono essere figli di un dio minore. Una riguarda la questione del lavoro, perché l’azienda che ha vinto l’appalto all’ospedale di Cosenza, assorbendo lavoratori che hanno più di 25 anni di servizio, può al massimo demansionarli rispetto alle funzioni di oss svolte negli ultimi 12 anni, ma non può certo licenziarli. Su questo primo punto farò nelle prossime ore un’interrogazione scritta al presidente della Giunta e ai commissari di governo per verificare eventuali inadempienze e la relativa risoluzione del contratto. L’altra questione riguarda in Decreto Calabria. Non possiamo permetterci di creare mai più nuovi precari. Ma se 92 persone hanno svolto in continuità il lavoro di oss nell’Azienda ospedaliera per 12 anni, il ministro Speranza può valutare di inserire in via straordinaria nel Decreto Calabria anche la problematica di questi precari atipici interinali”.

Concludendo: “Risolta la questione storica dei precari in sanità, ribadisco che bisognerà appaltare meno servizi all’esterno e programmare concorsi e assunzioni per medici e operatori sanitari. Concorsi liberi, che possano scegliere le migliori professionalità. Infine è opportuno che i Governi reginale e nazionale forniscano risorse umane e materiali per poter lavorare, visto che alla Cittadella di Catanzaro non hanno nemmeno una stanza per svolgere il loro lavoro”.

Redazione Nurse Times

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