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Salvò un uomo da un infarto, encomio per un infermiere

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Salvò un uomo da un infarto, encomio per un infermiere
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Castellammare del Golfo (Trapani). Encomio ad un infermiere che ha salvato la vita ad un uomo in arresto cardiocircolatorio, praticandogli il massaggio cardiaco: il sindaco Nicola Rizzo gli ha infatti consegnato una targa di ringraziamento, per conto dell’amministrazione comunale e della cittadinanza. Il suo nome è Marco Antonio Virzì e noi di Nurse Times lo abbiamo intervistato

Chi è Marco Antonio Virzì? Parlaci in breve del tuo percorso umano e professionale.

Ho un diploma di perito tecnico industriale. Nel 1988 mi diplomavo infermiere prof. Nel 93 entravo di ruolo all’asp di Palermo.

Nel 96 mi sono sposato con Marilena. Finalmente, raggiunta l’indipendenza economica e d’accordo con mia moglie, coronavo il mio sogno e mi iscrivevo a Giurisprudenza

Poi, dopo tre figli, la malattia del mio povero papà e il lavoro come turnista sempre in reparti di prima linea (psichiatria, cardiologia utic), con grandi sacrifici personali ed economici mi laureavo con tesi di laurea “il contratto collettivo di lavoro nel pubblico impiego” e dopo i 2 classici anni di praticantato da avvocato superavo al primo colpo l’esame di stato e mi abilitavo alla professione forense.

Ma ecco la delusione e la grave discriminazione che ho dovuto subire perché appartengo ad una categoria professionale debole: venivo escluso da un concorso per dirigente amministratico, bandito da una azienda sanitaria, pur avendo tutti i requisiti. Escluso perché nella sanità sono un “sanitario”, così disciplina l’art. 26 del D.lgs 165/01. Ma (ecco la discriminazione) se lo stesso concorso (per dir. Amm.) fosse stato bandito dal comune, dalla regione o dalla Agenzia delle Entrate sarei stato ammesso. In Sanità no perché sono infermiere. Addirittura in quanto avvocato abilitato, posso partecipare al concorso per magistratura…

Al danno, poi, si univa la beffa in quanto ai vertici della mia azienda vi erano direttori amministrativi con lauree umanistiche  o tecniche. 

La mia azienda non mi ha mai valorizzato, quindi. Ma non solo…

Oggi continuo a studiare ad aggiornarmi e attualmente lavoro in cardiologia/utic.

Cosa è successo lo scorso anno durante i festeggiamenti in onore di San Paolo della Croce?

Erano circa le 22. Smontavo dal pomeriggio e, visto che io e mia moglie avevamo deciso di rilassarci, siamo andati alla festa organizzata ogni anno dalla nostra parrocchia in onore del nostro santo patrono San Paolo della Croce. Stavo per mordere “la muffuletta” (panino con olio nuovo) quando ho sentito urla e grida provenire dal salone parrocchiale, ove si ballava e si festeggiava. Poco dopo vedo un gruppo di persone trasportare un uomo evidentemente privo di sensi.

La gente urlava e cercava disperatamente un medico. Mi sono avvicinato per capire meglio. Avendo visto da lontano l’uomo disteso a terra e visto che non c’erano “dottori” nei paraggi, sono stato costretto a qualificarmi e a farmi largo tra la folla che attorniava l’uomo. Mi sono quindi inginocchiato su di lui, ho chiesto se mi facessero luce con i telefonini e ho constatato questo: la faccia e le mani erano già scure, l’uomo era privo di sensi e vi era assenza di polso. A quel punto non avevo più dubbi… Mentre chiedevo di chiamare un’ambulanza ho cominciato a praticare il massaggio cardiaco, che si è protratto per più di due minuti (cosi afferma mia moglie). Finalmente, a un certo punto, ha cominciato a riprendersi e sembrava arrivasse da un altro mondo. Ricordo molto bene l’espressione stranita, non appena ripresi i sensi. Caricato sull’ambulanza, gli è stato poi diagnosticato un infarto inferiore. Fortunatmente, a seguito di un intervento chirurgico, ora sta bene. Quest’anno era tra i ballerini più attivi della festa di San Paolo della Croce.

Come ci si sente a fare la differenza tra la vita e la morte quando non si è “in servizio”? 

Avevo paura di non essere all’altezza. Era la prima volta che mi capitava una cosa del genere fuori dall’ospedale e senza il medico. Avvertivo la disperazione della moglie e l’angoscia dei presenti, almeno un centinaio di persone.

Ma il senso del dovere ha prevalso su tutte le paure. Vincendo la mia innata retrosia e la timidezza, alla presenza di tutti ho iniziato il massaggio cardiaco. Quando massaggiavo avvertivo misteriosamente una forza positiva degli astanti… e pare difficile crederlo, un silenzio profondo sebbene molti si disperavano

Quando ho smesso di massaggiare, perché il paziente si era ripreso, è scoppiato un fragoroso applauso e io mi sono nascosto tra la folla, indietreggiando, e sono scoppiato a piangere anche se mi sforzavo di non darlo a vedere. 

Immaginare la festa, molto sentita, del santo patrono della mia parrocchia funestata da un evento tragico sarebbe stata una catastrofe per i tanti parrocchiani che sempre lieti e festanti partecipano a tale ricorrenza. La festa si sarebbe trasformata in tragedia.

Per ciò che hai fatto, hai appena ricevuto un encomio. Parlaci di cosa hai provato durante la cerimonia.

Meno emozione del risveglio dell’uomo da me soccorso. Ho avuto poco tempo per compiacermi dei festeggiamenti. Ricevuto la targa e l’encomio dal sindaco e poi sono scappato di corsa al lavoro… Perché ero di servizio di notte ed era già tardi. Le foto e i filmini li ho potuti vedere solo verso l’una di notte, quando cioè abbiamo finito di soccorrere i due ricoveri avuti in utic. Tuttavia sono consapevole di avere colleghi molto più preparati ed in gamba di me.

L’Infermieristica Italiana fatica non poco a essere riconosciuta come una professione vera. Cos’è, a tuo avviso, che impedisce la crescita?

Non so bene. Io ho iniziato a lavorare con il mansionario. Ora il mansionario non c’è più, ma io lavoro sempre con gli stessi disagi di trent’anni fa. Credo di non aver mai visto una categoria professionale tanto bistrattata. Ci hanno riconosciuto in questi ultimi decenni tante medaglie ( professione autonoma, laurea, percorso universitaria, master, e ecc..), ma nel mondo del lavoro e nei contratti collettivi siamo perdenti. Per risparmiare le aziende hanno costituito l’infermiere tutto fare. Anche se li denunci per demansionamento ( io ho denunciato, siamo in attesa della data di udienza) e vengono condannate, le amministrazioni comunque risparmiano, perché assumere un oss costa di più di una condanna al risarcimento danni per demansionamento.

In definitiva e in sintesi, secondo me la ‘questione infermieristica’ può essere racchiusa in questi punti:

1) Siamo una professione giovane

2) Vi sono norme di legge vedi art.26 D.lgs 165/01 che immotivatamente ci escludono, a priori, dai vertici aziendali. Se una 

norma toglie diritti importanti come quelli relativi ad una crescita professionale, senza una ratio importante, è norma discriminatoria. Gli infermieri d’Italia in virtù di tale norma subiscono una discriminazione così detta istituzionale.

3) Il nostro Ssn è troppo ‘medico centrico’. E non ‘malati centrico’ tanto è vero che risparmia sull’assistenza. La mancanza non è tanto di infermieri, ma di personale di supporto.

4) La dirigenza infermieristica è un bluff, subordinata in modo fantozziano ai direttori sanitari… medici.

5) Gli infermieri subiscono una doppia subordinazione nei confronti dei medici: quella per via del fatto che i medici sono dirigenti (sono dirigenti in rerum natura… caso unico nel pubblico impiego) e quella per cui il titolare della cura e della diagnosi è il medico.

6) I medici con cui lavoriamo in modo inscindibile nulla sanno degli infermieri. Nulla sanno della nostra autonomia e non gli interessa nemmeno saperlo.

7) Demansionamento e dequalificazione… 

8) Gli infermieri quali fattore di tenuta economica del Ssn.

9) I nostri Ordini professionali non fanno a mio avviso il loro dovere. Dovrebbero denunciare di più il demansionamento, che arreca un vulnus grave al prestigio della professione.

11) Spesso non abbiamo una divisa di colore diversa dagli oss o ausiliari. Perciò chi entra in ospedale, capisce solo che chi ha il camice è medico, mentre tutti gli altri sono infermieri.

Alessio Biondino

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