Marco Contro (presidente Ordine provinciale): “Riconoscimento di portata epocale”.
Risultato storico per le competenze specialistiche della professione infermieristica. Le prime due infermiere, infatti, con master post laurea di I livello in Infermieristica legale e forense hanno ottenuto il nullaosta all’iscrizione nell’Albo dei CTU e in quello dei periti presso il Tribunale di Rovigo.
“Non è stato facile – commenta Marco Contro (foto), presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Rovigo – superare alcune resistenze al giusto riconoscimento di questa figura emergente di infermiere specialista, ma ora gli infermieri legali e forensi sono una realtà anche nel contesto rodigino, ottenendo altresì la menzione nell’albo della specifica qualifica rivestita. L’accoglimento dell’istanza di iscrizione ha rappresentato il giusto coronamento del pluriennale impegno profuso dall’Associazione professioni sanitarie italiane legali e forensi (APSILEF), presieduta dalla dottoressa Mara Pavan, la quale ha collaborato in sinergia con l’OPI di Rovigo nel raggiungimento di questo risultato. Finalmente, da questo momento, nelle cause civili e penali concernenti la malpractice dell’esercizio professionale che coinvolgono gli infermieri, a giudicare sulla correttezza del loro operato in termini di perizia, prudenza, diligenza e osservanza delle leges artis e della normativa professionale vigente, saranno proprio i colleghi infermieri, e non più il solo medico legale”.
Il presidente dell’OPI di Rovigo precisa che, come sancito dall’art. 15 della legge n. 24/2017, nelle cause in cui si dibatte di responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie, dovrà obbligatoriamente costituirsi un collegio di esperti, comprendente, oltre al medico legale, un professionista appartenente al pari profilo di quello sulla cui responsabilità si discute.
“La portata epocale di questo riconoscimento – conclude Contro – è dovuta al fatto che non si tratterà semplicemente di un ausiliario del medico legale, ma di un vero e proprio professionista intellettuale autonomo, dotato di potestà valutativa e certificativa per quanto di propria competenza. La presenza del medico legale rimane ineludibile per quanto concerne le valutazioni che gli sono proprie, come, a titolo esemplificativo, lo stabilire l’orario e le modalità di un decesso. Sarà invece di chiara competenza dell’infermiere forense la valutazione dell’agito professionale, come per esempio l’aver adottato correttamente i vari interventi assistenziali, sulla base di un giudizio di prevenibilità/prevedibilità, al fine di fare emergere o di escludere eventuali profili di responsabilità in capo al professionista”.
Questa figura, sviluppatasi in Italia nel 2004, con un ritardo di circa dieci anni rispetto al mondo anglosassone, si trova investita di un’enorme responsabilità, poiché è posta nelle condizioni di orientare non solo le decisioni degli organi giudicanti, ma anche la linea d’azione della magistratura inquirente e dei legali di parte, dato che anch’essi faranno riferimento a questi esperti, con tutte le possibili e rilevanti ricadute nella sfera soggettiva dei professionisti coinvolti.
Redazione Nurse Times
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