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Roma, gli oss manifestano in piazza: “1.500 assunti durante la pandemia e ora lasciati a casa”

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Roma, gli oss manifestano in piazza: "1.500 assunti durante la pandemia e ora lasciati a casa"
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Circa 100 manifestanti si sono riuniti in piazza Santi Apostoli per chiedere un maggior risconoscimento della loro figura e la stabilizzazione dei precari.

Circa 100 operatori socio-sanitari hanno organizzato un presidio a Roma, in piazza Santi Apostoli, per chiedere il riconoscimento della loro figura e la stabilizzazione contrattuale. Sono circa 1.500 gli oss assunti durante la pandemia. Hanno lavorato diversi contesti, tra cui Rsa e istituti penitenziari, ma ora sono stati lasciati a casa.

Angelo Minghetti

Alla manifestazione erano presenti i microfoni dell’Ansa, che ha raccolto le testimonianze di alcuni presenti e intervistato Angelo Minghetti, cordinatore nazionale di Migep e sindacato SHC Oss, il quale ha spiegato: “Abbiamo organizzato questa manifestazione per contestare quanto il ministro di Giustizia ha determinato, dicendo che la questione oss non gli compete. Sono ben 1.500 gli oss lasciati a casa il 30 giugno, senza un posto di lavoro e senza una dignità effettiva. Abbiamo inoltrato una richiesta a vari senatori, oltre a tre interrogazioni parlamentari, per chiedere al ministro di rivedere l’assetto e stabilizzare gli operatori. C’è un vuoto legislativo da colmare. Trovo inconcepibile che si parli solo degli infermieri e non degli oss, figura che durante la pandemia ha garantito un’assistenza adeguata in realtà che vanno dalle Asl alle carceri, passando dalle Rsa”.

Minghetti fa anche riferimento ai nuovi, discussi profili del super oss in Veneto e del vice infermiere in Lombardia: “A queste figure vengono date competenze infermieristiche, ma senza alcun riconoscimento giuridico ed economico. Si tratta pertanto di una figura utilizzata a basso costo, come fosse bassa manovalanza, e poi buttata via quando non servono più. Adesso basta. Adesso la categoria pretende che le sia riconosciuta la giusta dignità professionale. Non dobbiamo essere solo gli eroi di un giorno, ma una figura da considerare a pieno regime su tutto il territorio nazionale e in tutte le strtture assistenziali”.

Redazione Nurse Times

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