Pseudomonas aeruginosa. Questo il nome del batterio che ha costretto una donna a finire di nuovo sotto i ferri per rimuovere le protesi al seno appena impiantate. Un batterio contratto proprio in occasione dell’intervento di chirurgia estetica al quale si era sottoposta a Roma, nello studio di uno specialista situato alle spalle di Villa Borghese.
Quel medico rischia ora di finire sotto processo con l’accusa di lesioni personali, perché l’operazione, secondo gli inquirenti sarebbe stata effettuata in un “ambiente del tutto inidoneo, privo di qualsivoglia autorizzazione”. Dopo le indagini dei Nas, infatti, gli è stato notificato il 415 bis, che precede la richiesta di rinvio a giudizio.
Secondo i pm, inoltre, il chirurgo non avrebbe “rispettato il codice di deontologia medica”, non avendo presentato alla paziente “le raccomandazioni indicate dalle linee guida e dalle buone pratiche clinico-assistenziali, informandola di quanto sarebbe potuto accadere prima di intraprendere l’intervento”. In pratica, nessuna firma sul documento di consenso informato.
Il tutto ha avuto inizio il 4 novembre del 2021, quando la paziente si sottopose a un intervento di lipofilling. Poche ore dopo cominciò ad accusare dolori fortissimi, seguiti da febbre e gonfiore al seno. A quel punto un suo amico medico, intuendo la gravità della situazione, le prescrisse un antibiotico, che però non le portò alcun beneficio.
Poi la scoperta: la donna aveva contratto una violenta infezione. Non avendo ricevuto spiegazioni in merito dal chirurgo, decise di sporgere denuncia ai carabinieri, che mobilitarono i Nas per le indagini del caso. E proprio durante un sopralluogo nello studio del medico fu rinvenuto il batterio responsabile di quella sofferenza. Nel frattempo paziente dovette subire una seconda operazione per rimuovere le protesi. Solo allora, nel febbraio del 2022, le sue condizioni migliorarono.
Redazione Nurse Times
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