E’ davvero un caos per la sanità romana: da una parte ci sono gli Infermieri assunti tramite una cooperativa che ha appaltato l’assistenza infermieristica al Policlinico Umberto I, dall’altra gli idonei del concorso in graduatoria
Che la situazione infermieristica a Roma fosse difficile era chiaro da tempo, ora è diventata ancora più faticosa dopo l’impasse venutosi a creare con la proclamazione dello sciopero del 1° febbraio da parte di Cgil, Cisl e Uil che riguarderà i lavoratori e lavoratrici del Policlinico Umberto I di Roma, ovvero il personale non dirigente del comparto e gli addetti della cooperativa Osa.
Proclamato oggi lo sciopero di tutto il personale del Policlinico Umberto I di Roma, per l’intera giornata del 1° febbraio. Dopo lo stato di agitazione indetto il 19 dicembre 2018, trascorsi i tempi per il tentativo di conciliazione, Fp Cgil, Cisl e Uil comunicano oggi la data dello sciopero, che riguarderà l’intera platea di lavoratori e lavoratrici del Policlinico Umberto I di Roma, ovvero il personale non dirigente del comparto e gli addetti della cooperativa Osa.
“La mobilitazione in corso – dichiarano i segretari generali regionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil, Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – incrocia due grandi aspetti, entrambi frutto di una modalità di gestione, ormai consueta al Policlinico, che non si cura né di risolvere le complessive criticità organizzative né di utilizzare correttamente i luoghi deputati a trattare su diritti, tutele e condizioni di lavoro, non rispettando gli accordi sottoscritti. Da una parte, il rischio di blocco del salario accessorio e lo stallo delle trattative per il rinnovo del contratto decentrato, dentro cui rientrano anche i complessivi aspetti organizzativi; dall’altra, i rischi sul futuro occupazionale dei 700 lavoratori esternalizzati della cooperativa Osa. Nonostante si rischi il blocco del salario e il posto di lavoro – con la conseguente crisi per intere famiglie -, tutti i lavoratori garantiscono ogni giorno, fianco a fianco, i servizi pubblici alla salute, tenendo in vita funzioni essenziali del nosocomio”.
“Il 1° febbraio tutto il personale sarà in sciopero: è fondamentale che si sappia – anche per i conseguenti disagi che subiranno i cittadini – quali sono le motivazioni di uno sciopero che pare, a meno di improvvisi quanto concreti cambi di rotta, inevitabile. Ora ci aspettiamo che la Regione Lazio renda concreta la disponibilità annunciata a risolvere la vertenza. Tutta la politica intervenga per sbloccare una situazione che mette seriamente a rischio la prosecuzione delle attività e l’investimento per il rilancio di un fondamentale presidio pubblico per la salute e la ricerca, una volta eccellenza non solo per questa città e questa regione, ma per l’intero Paese”.
Quindi mentre le tre maggiori sigle sindacali portano in piazza i lavoratori della cooperativa, oltre 800 infermieri, dopo aver passato il concorso del 2017, sono entrate nella graduatoria e aspettano di essere assunte.
Un caos che sta inevitabilmente innescando uno scontro tra poveri e al momento non si vedono soluzioni all’orizzonte. Una situazione assurda sorta a seguito della prassi ormai consolidata in molte aziende sanitarie del Lazio di esternalizzare il personale infermieristico.
Per anni infatti, vista l’impossibilità di fare assunzioni, il Policlinico si è servito di una coop per garantire la continuità assistenziale. La società Osa lavora per il Policlinico Umberto I dal 2003 e alle sue dipendenze ha 550 infermieri e 150 ausiliari.
Si tratta però di un metodo irregolare: di fatto è una fornitura di manodopera e non di servizi. A ottobre 2017, il Tribunale di Roma (VEDI) ha dichiarato nullo quell’appalto, che tuttavia non è stato immediatamente revocato perché altrimenti non sarebbe stato possibile assicurare i livelli essenziali di assistenza sanitaria.
Già dal 2016, il Policlinico aveva comunque avviato l’iter per assumere nuovi infermieri tramite un concorso. La selezione si è conclusa nel 2017 e sono stati reclutati i 40 vincitori. Altri 838 sono stati dichiarati idonei, e attendono la chiamata che dovrebbe arrivare per i primi 200.
Comportando così il progressivo smantellamento della cooperativa Osa, che ovviamente perderà la commessa e sarà costretta a licenziare.
Sul piano legale, quindi, rientrerà tutto nella normalità e si porrà fine a un’illegittima forzatura. Ovviamente gli interessi in campo sono molteplici; siamo solidali con chi non vedrà confermata l’opportunità lavorativa. A tal proposito è utile ricordare che per poter lavorare nelle pubbliche amministrazioni è necessario superare una prova concorsuale, così come sancito dall’art. 97 della Costituzione Italiana:
“I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione.
Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.
Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.
Riteniamo opportuno che la regione Lazio intervenga innanzitutto per assicurare i livelli minimi di assistenza, in secondo luogo per far rispettare il diritto al lavoro per tutti i lavoratori che ritenuti idonei nella graduatoria concorsuale, aspettano di poter esercitare nel pieno rispetto della legge.
Per i lavoratori della cooperativa Osa? Non abbiamo soluzioni certe, ma una via d’uscita potrebbe essere l’istituzione di un ulteriore concorso regionale che dia la possibilità a tutti di poter partecipare con le opportune riserve.
Redazione NurseTimes
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