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Riscatto degli anni di laurea a fini pensionistici: ora costerà meno della metà

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Riscatto degli anni di laurea a fini pensionistici: ora costerà meno della metà
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Costerà meno riscattare la laurea per centinaia di migliaia di laureati in Italia

Grazie alla norma prevista dal decreto riguardane pensioni e reddito, l’ammontare da sborsare per qualsiasi laureto sarà di 5.241,30 euro di contributo da pagare per ogni anno di studio.

Il riscatto costerà dunque meno che in passato, ma solo per chi non ha ancora compiuto 45 anni d’età e che quindi potrà applicare la modalità di contribuzione ridotta.

Lo sconto – secondo i calcoli della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro – è sostanzioso: un lavoratore in regime contributivo, che guadagna 40.000 euro avrebbe infatti pagato circa 13.200 euro per ogni anno. I costi, in tal caso, con le nuove regole saranno più che dimezzati.

La misura è prevista all’interno del capitolo sulla “pace contributiva” che parallelamente alla sperimentazione di quota 100, nel triennio 2019-2021, prevede per tutti i lavoratori iscritti a una delle gestioni Inps di avere una nuova chance di riscatto dei periodi contributivi non coperti da contribuzione.

Dovranno però essere rispettate due condizioni: non aver alcun versamento contributivo precedente al 1996, né avere una propria pensione.

Riscatto della laurea: le simulazioni

Chi è interessato a valutare l’opzione del riscatto può collegarsi al sito dell’Inps, dove con le proprie credenziali, si può accedere a una sezione dedicata al riscatto della laurea e calcolare quanto costerebbe l’operazione con le regole vigenti finora. Il costo dipende da due fattori: il reddito e l’età anagrafica. Il riscatto risulta più conveniente appena terminati gli studi, versando un importo fisso se non si hanno ancora contributi da lavoro. La domanda di riscatto va presentata online, attraverso il sito Inps, utilizzando il proprio Pin personale.

I titoli riscattabili

Potranno essere riscattati i seguenti titoli: diploma universitario (2-3 anni di durata), laurea triennale, quadriennale o a ciclo unico, il diploma di specializzazione post-laurea, nonché il dottorato di ricerca (se si sono versati i contributi alla gestione separata Inps).

È possibile chiedere il riscatto anche di periodi parziali, più brevi rispetto alla durata legale del proprio corso di studio

Dall’analisi degli ultimi dati forniti dall’Inps – riguardanti il periodo 2016/2018 – le domande di riscatto ricevute sono state oltre 62mila e ne sono state accolte circa 28mila. A richiedere il riscatto sono soprattutto i lavoratori vicini al pensionamento, anche over 65enni.

Per chi sta valutando questa ipotesi è bene chiarire un aspetto fondamentale: il riscatto agevolato degli anni universitari è valido solo per arrivare prima al traguardo della pensione; non incide minimamente sulla misura dell’assegno. In altre parole, si recuperano anni per avvicinarsi alla pensione, ma i contributi versati per questi anni non consentono di aumentare l’importo della stessa.

Simone Gussoni

Fonte: Il Sole 24 ORE

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