Le parole del ministro Dadone confermano i timori dei sindacati: il +4% riuguarderà solo i redditi più bassi.
Il ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone (foto), promette la stabilizzazione dell’elemento perequativo, ma i timori dei sindacati sembrano essere confermati: l’aumento di stipendio con il rinnovo di contratto non sarà uguale per tutti. Per il triennio 2019-2021, infatti, l’elemento perequativo potrebbe essere strutturale, in quanto, come spiegato dalla stessa Dadone, sarà necessario “fare di più per le fasce più basse di reddito”.
Il problema è che alla promessa della stabilizzazione dell’elemento perequativo non seguirà l’aumento delle risorse a disposizione per il rinnovo del contratto. Come temuto dai sindacati, quindi, i 3,8 miliardi dovranno servire anche per stabilizzare l’elemento perequativo. A cambiare, dunque, sarebbe la distribuzione degli aumenti: non ci potrà essere il +4% per tutti, in quanto solamente per i redditi più bassi potrebbe essere raggiunta questa percentuale grazie alla conferma dell’elemento perequativo.
Insomma, niente aumento a tre cifre per tutti: saranno i redditi più bassi a godere di incrementi maggiori. Una proposta che probabilmente alimentaerà i dissapori delle parti sociali, in quanto la lettera della Dadone conferma la posizione dei sindacati. Ed è per questo che non sembrano esserci possibilità di revoca dello sciopero proclamato dai sindacati confederali per il 9 dicembre, giorno in cui tra l’altro si voterà per il Mes.
Redazione Nurse Times
Fonte: Money
Lascia un commento