Il provvedimento è stato licenziato con 255 voti favorevoli, 113 contrari e 22 astenuti. Aumentano le tutele per i professionisti sanitari ma si garantisce il diritto al risarcimento per i cittadini danneggiati dall’errore sanitario. Previsto l’obbligo per tutte le strutture sanitarie e per i liberi professionisti della copertura assicurativa
ROMA – La responsabilità professionale del personale sanitario è legge. L’ultimo passaggio è stato quello compiuto alla Camera dei deputati dove il disegno di legge n. 2224 è stato approvato con 255 voti favorevoli, 113 contrari e 22 astenuti. Il provvedimento, atteso da dieci anni come ha spiegato il relatore dello stesso, l’esponente del Partito democratico, Federico Gelli, da una parte riforma la responsabilità professionale dei medici (sia in ambito civile che penale), dall’altra non elimina le garanzie del diritto al risarcimento da parte dei cittadini danneggiati da un errore sanitario.
Come ha spiegato l’onorevole Gelli, subito dopo l’approvazione del provvedimento, il disegno di legge sulla responsabilità professionale del personale sanitario riequilibra anche il rapporto tra professionista sanitario e paziente: un rapporto che, negli ultimi anni, era sbilanciato in favore del secondo, facendo crescere i costi della medicina difensiva.
Con la nuova legge si regolamenta l’attività di gestione del rischio sanitario prevedendo che le strutture attivino un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio (il risk management). Con l’entrata in vigore della nuova legge le strutture sanitarie, sia pubbliche che private, sono obbligate ad essere provviste di copertura assicurativa e stesso obbligo è esteso a tutti i liberi professionisti.
Come detto vengono riequilibrate anche le tutele per i pazienti. Uno degli elementi più importante della nuova legge è quello della trasparenza dei dati: le strutture sanitarie saranno tenute a fornire ai pazienti la documentazione clinica entro sette giorni dalla richiesta. Altro elemento di rilievo è quello del Fondo di garanzia per il rimborso dei danni derivati da responsabilità sanitaria. Un ruolo importante, nella nuova legge, assume l’obbligo formativo del programma di educazione continua in medicina (ECM): sarà considerato un requisito fondamentale per gli operatori sanitari e, al tempo stesso, rappresenta un parametro di riferimento per le compagnie di assicurazione con le quali sia le strutture pubbliche e private che gli operatori sanitari dovranno stipulare un’adeguata polizza che assicura per colpa grave.
Infine ci sono i risvolti a livello penale e civile: nel primo caso l’operatore sanitario è chiamato in causa per morte e lesioni provocate al paziente soltanto in caso di colpa grave (il professionista deve aver rispettato le buone pratiche clinico-assistenziali e le raccomandazioni previste dalle Linee guida); nel secondo tutti coloro che operano in una struttura sanitaria rispondono di responsabilità extracontrattuale (il riferimento è l’articolo 2043 del Codice civile), mentre la struttura pubblica o privata e i liberi professionisti rispondono di responsabilità contrattuale.
Salvatore Petrarolo
Foto: web
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