Laura Rita Santoro, responsabile Nursing Up Lazio, ci ha segnalato un’interrogazione rivolta dal consigliere Fabrizio Santori al presidente della Giunta regionale, inviandoci anche una lettera con alcune considerazioni personali.
Nei giorni scorsi il consigliere regionale Fabrizio Santori (Fratelli d’Italia) ha rivolto un’interrogazione scritta a Nicola Zingaretti, presidente della Giunta regionale del Lazio, per chiedere conto del reclutamento di personale infermieristico nelle strutture sanitarie laziali, che avverrebbe con metodi a suo dire inopportuni. Sono 3.500 le assunzioni previste dal Programma operativo regionale 2016-2018: un esercito di infermieri da reclutare con lo sblocco del turnover in ambito sanitario, per sopperire alla grave carenza di unità operative.
Il problema, secondo Santori, sta nel fatto che la Regione, anziché bandire regolari concorsi (“Così come prescrive la Costituzione”), avrebbe provveduto alle assunzioni attraverso agenzie interinali e cooperative, nonché attingendo alla forza lavoro generata dal progetto “Garanzia Giovani”. Inoltre la stessa Regione attiverebbe tirocini per neolaureati, pagandoli dai 7,5 ai 14 euro l’ora, a fronte di una spesa per gli intermediari di 25 euro a lavoratore, compresa la prestazione. Senza dimenticare che le agenzie interinali porrebbero come condizione per accedere al tirocinio la partecipazione a un corso di aggiornamento sul Servizio sanitario nazionale.
Di seguito la lettera della nostra lettrice.
Gentile Direttore,
ricevo e condivido un’interrogazione alla Regione Lazio del consigliere Santori. L’ha spedita a me e non so a chi altro, forse perché, come altri politici, riceve le mie mail da infermiera indignata, oltre che responsabile Nursing Up Lazio.
Ho apprezzato l’interrogazione e anche il fatto che Santori mi abbia risposto. Non tutti lo fanno. Ciononostante, ritengo opportune alcune precisazioni. Lui scrive, scandalizzato, di tirocini pagati da 7,5 a 14 euro l’ora. Però, ahimè, i ragazzi sotto i 29 anni prendono molto, molto meno. Gli infermieri, che debbono essere iscritti all’ufficio di collocamento, percepiscono 200 euro al mese. Il monte ore mensile non deve superare le 140 ore di lavoro/tirocinio. Quindi la retribuzione oraria è di 1,40 l’ora!
I colleghi che dovessero superare i sei mesi di “lavoro” (?) possono ambire ad altri 300 euro dalla Regione Lazio, ma non mi risultano colleghi che abbiano percepito questi soldi. E non finisce qua. I colleghi, per poter accedere al progetto “Garanzia Giovani”, per accedere a cotanto tirocinio, devono pagare una quota associativa annuale di 50 euro. Quindi il nostro collega infermiere disoccupato deve contribuire complessivamente alle spese di un corso con 350 euro (servizi compresi nel costo: iscrizione, frequenza, materiale didattico individuale), di cui 100 per l’iscrizione (la tassa di iscrizione, in caso di recesso, non è restituita).
Entro una settimana dalla sottoscrizione del modulo di adesione (definito scrittura privata) al progetto “Garanzia Giovani”, il discente dovrà inoltre versare 250 euro per la frequenza, da corrispondere entro il giorno successivo all’inizio del tirocinio. Qualora il contraente ritardasse di oltre cinque giorni il versamento dovuto, si applicano gli interessi di legge, e comunque sono addebitate le spese per eventuali solleciti. Io trovo scandaloso tutto ciò!
Si sottolinea che gli infermieri, per poter essere definiti tali, devono documentare 1.800 ore di tirocinio. Inoltre gli infermieri sono abilitati da un Collegio professionale Ipasvi, ora Ordine. Tale tirocinio non fa punteggio nel caso di un concorso pubblico? Non mi risulta rilascino crediti come l’università. Si tratta, quindi, di uno sfruttamento dei colleghi infermieri disoccupati, reso lecito dai vertici della Regione Lazio. In tal modo i pazienti del Lazio, dove si millantano eccellenze a profusione, si ritrovano spesso con infermieri nuovi.
Cosa vorrei per il futuro? La valorizzazione dell’esperienza! La Regione Lazio, ma anche il Governo, dovrebbero applicare una politica mirata a trattenere il personale, sia nel privato che nel pubblico. Dovrebbero valorizzare gli infermieri con almeno cinque anni di servizio. La valorizzazione di un infermiere non può essere “retribuita” con 1,40 euro l’ora. L’infermiere deve essere libero, non può esercitare la sua professione di “garante degli utenti” se è oggetto egli stesso di un ricatto. Attenzione, gli infermieri votano!
Grazie mille.
Laura Rita Santoro (responsabile Nursing Up Lazio)
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